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Meglio un burlone di un onesto cretino

La gaffe di Poletti, il calcetto e i giustizieri della Lega. Ma bisogna indignarsi delle cose serie e ridere di quelle ridicole

Meglio un burlone di un  onesto cretino

Capisco che l'opposizione deve opporsi, lo dice la parola. Ma c'è modo e modo, non è detto che ciò debba avvenire sempre e comunque, a prescindere direbbe Totò. Così quando ieri ho visto gli amici parlamentari della Lega inscenare una vigorosa protesta contro il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per la frase da lui pronunciata sui giovani disoccupati: «Meglio giocare a calcetto che inviare curriculum», mi sono cadute le braccia.

Sia chiaro: Poletti è stato un pessimo ministro (più delle Coop rosse che del Lavoro) e casomai avrebbe dovuto dimettersi per le sue imbarazzanti amicizie e frequentazioni con personaggi di spicco di «Mafia capitale». Ma che a indignarsi per quella frase politicamente scorretta sia il partito, la Lega, che ha fatto e fa del politicamente scorretto la sua ragione sociale è una forzatura incomprensibile. Anche perché, a suo modo, cioè da romagnolo autodidatta, Poletti ha detto una verità: non importa quello che sai (i titoli nel curriculum) ma ciò che sai fare. E in quest'ultima dote, anche per trovare lavoro, è compresa la capacità di stare in gruppo con le antenne diritte nel mondo reale per cogliere qualsiasi occasione invece che rintanarsi a casa ad aspettare una telefonata che difficilmente arriverà.

Se anche la Lega diventa un partito di professionisti dell'indignazione a tempo pieno si snatura e perde quell'alone di simpatia che da sempre l'accompagna, almeno in un certa parte dell'opinione pubblica. So che sono tempi duri, ma ogni tanto un sorriso non guasterebbe. Inseguire i grillini sulla strada dell'integralismo moralista non potrà mai essere vincente. Perché è una corsa infinita verso la stupidità.

Due cittadini «onesti», «sceriffi della legalità» e «politicamente corretti» qualche giorno fa hanno bloccato con la loro auto, alle porte di Torino, una ambulanza che per evitare un ingorgo procedeva contro mano: la legge è legge, tornate indietro. E così è stato (il paziente, colpito da emorragia interna, si è salvato per un soffio). Ecco, meglio un burlone di un onesto cretino. Indigniamoci sulle cose serie, ridiamo di quelle ridicole e riconosciamo quando qualcuno della parte avversa fa qualcosa di buono, come il ministro dell'Interno Minniti che in queste ore sta bissando con i manifestanti pugliesi anti oleodotto il successo di sabato scorso a Roma. Saremo più credibili all'occorrenza.

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