Cronache

Migranti, infrazione contro Italia Friuli, al confine spunta l'esercito

La settimana prossima 35 militari saranno dispiegati lungo i confini terrestri e marittimi di Trieste per rafforzare i controlli

Migranti, infrazione contro Italia Friuli, al confine spunta l'esercito

La settimana prossima 35 militari saranno dispiegati lungo i confini terrestri e marittimi di Trieste per rafforzare i controlli. Lo annuncia il prefetto Francesca Garufi, spiegando che il dispositivo riguarda la regione "dopo i recenti avvenimenti internazionali e con il Giubileo". Altri 35 militari a Udine; 20 a Gorizia. Il prefetto Garufi ha spiegato che "i militari non presiederanno i confini come se questi esistessero ancora"ma controlleranno le aree di "retrovalico e portuale lavorando insieme con la Polizia di Frontiera secondo un dispositivo già in gran parte completato e che sarà reso definitivo nel corso di un incontro al vertice a breve". Anche in questo ambito si colloca la visita di domani del ministro degli Interni Angelino Alfano che è atteso in Prefettura a
Trieste nel pomeriggio. Non ci saranno forme di collaborazione particolari con le polizie di frontiera straniere ma il prefetto ha sottolineato gli ottimi rapporti con le forze dell’ordine dei Paesi confinanti. "Con il ministro Alfano faremo domani un esame della situazione complessiva nelle zone di confine per quanto riguarda l’immigrazione e il confine in quanto tale".

Intanto la Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora, primo passo della procedura di infrazione europea, per le carenze nella registrazione dei migranti arrivati sul proprio territorio. L’esecutivo Ue chiede all’Italia di attuare
correttamente il regolamento Eurodac, che dispone il rilevamento delle impronte digitali dei richiedenti asilo e la trasmissione dei dati al sistema centrale dell’Eurodac entro 72 ore. Lo scorso ottobre la Commissione Ue aveva inviato una lettera amministrativa, ma l’Italia "a distanza di due mesi non ha reagito in modo efficace", si spiega dall’esecutivo Ue.

Le procedure di infrazione sono state aperte anche nei confronti di Grecia e Croazia.

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