Cronache

Migranti in rivolta a Palermo: così provano a sparire nell'Ue

Devastato il centro, insultati gli agenti, bloccate le strade: va in scena la protesta contro il sovraffollamento spalleggiata dai sindacati. Ma l'obiettivo è lasciare l'isola e far perdere le proprie tracce

Migranti in rivolta a Palermo: così provano a sparire nell'Ue

"Siamo in troppi, qui non vogliamo stare". Ieri pomeriggio è esplosa la protesta nel centro di accoglienza di via Monfenera a Palermo, dove sono ospitati 250 immigrati a cura dell'associazione Asante. Una settantina di esagitati hanno destatato tutto. Danni, insulti e blocchi stradali per protestare contro il sovraffollamento. Lo stesso copione andato in scena qualche giorna fa a Cagliari dove i richiedenti asilo si sono rifiutati di farsi prendere le impronte digitali. "Vogliamo raggiungere le nostre famiglie in Germania, Svizzera e Inghilterra". La protesta per il sovraffollamento, insomma, è una colossale balla. Fanno casino per riuscire a sfuggire a un'espulsione certa e far perdere le proprie tracce in Europa.

Gli immigrati che hanno rischiato la vita attraversando il Mediiterraneo hanno paura di essere rimpatriati nei propri Paesi di origine. Farebbero di tutto pur di evitare di essere espulsi. Sanno bene che, se non vogliono rimanere in Europa, non devono farsi riconosceere. Perché la stragrande maggioranza di loro sono clandestini, non hanno alcun diritto di avere lo status di rifugiati. Così il sovraffollamento nel centro di accoglienza di via Monfenera a Palermo può essere la scusa buona er esasperare gli animi e scatenare una rivolta contro le forze dell'ordine. Ieri pomeriggio alcuni degli stranieri hanno attuato un blocco stradale. Le manifestazioni sono cessate dopo l'intervento del reparto mobile della Polizia. "Il caso - ha commentato il segretario del Silp Cgil, Daniele Tissone - ripropone il tema, già evidenziato dal sindacato dei poliziotti della Cgil, in ordine alla mancanza di idonee strutture deputate all'accoglienza dei migranti".

L'isola è al collasso. Al porto di Pozzallo è da poco arrivata la nave norvegese "Siem Pilot" con a bordo i 730 immigrati recuperati a Pasqua in più interventi di soccorso svoltisi nel canale di Sicilia. I sindacati spalleggiano gli immigrati e gettano benzina sul fuoco. Per Tissone "serve maggior personale da affiancare a polizia e militari, occorrono strutture vivibili ed attrezzate tali da offrire una accoglienza dignitosa a chi fugge da violenza e miseria senza indugiare oltre smettendo di vedere un simile problema nella sola ottica emergenziale che, gioco forza, ha il baricentro spostato sulle sole forze dell'ordine". Ma la verità è che il sovraffollamento è solo una scusa.

Gli immigrati sanno bene che dopo tre mesi di permanenza nel centro rischiano di essere mandato bia.

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