Cronache

Milano, suicida il pediatra accusato di abusi su minori

L'uomo si è buttato dal settimo piano ed è deceduto sul posto

Milano, suicida il pediatra accusato di abusi su minori

Suicidio in via Belgirate, alle 7, la vittima è il primario di Pediatria dell'ospedale di Legnano Alberto Flores D'Arcais, accusato di 18 episodi di abusi su minore. L'uomo si è buttato dal settimo piano ed è deceduto sul posto. L'ipotesi quasi certa resta quella del suicidio, non ci sarebbero elementi al momento che facciano pensare ad una differente dinamica. Erano appena state trovate oltre 5mila immagini di natura pedopornografica in uno dei vari pc del primario di pediatria. Lo ha comunicato il procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana. Non ci sono al momento elementi per poter affermare che la vittima fosse stata messa al corrente di tale ritrovamento, avvenuto durante le analisi tecniche effettuate da un perito nominato dalle autorità giudiziarie, affiancato da un perito di parte.

Resta comunque l'ipotesi prevalente, che spiegherebbe il gesto di oggi, quella che vede il primario consapevole di un evidente aggravarsi della propria situazione. Gli accertamenti su un suo secondo pc sono tuttora in corso e già i 5mila file di immagini trovati nel primo pesano in modo importante sull'impianto accusatorio.

"È stata la vittima innocente di un'accusa assolutamente falsa, una cattiveria nata dalla segnalazione di due pediatri di base con cui aveva avuto degli screzi perché riteneva non facessero il loro lavoro come dovevano". Commenta così il suicidio di Alberto Flores D'Arcais il suo medico di famiglia e amico, Alberto Aronica. Dopo che una settimana fa era stata rigettata la richiesta di revoca degli arresti domiciliari dal tribunale di Busto Arsizio (Varese), "Alberto aveva perso tutto, aveva perso ogni speranza", dichiara il camice bianco all'Adnkronos Salute. "Come suo medico di famiglia - spiega Aronica - ero autorizzato ad andarlo a trovare. L'ho visto l'ultima volta a metà agosto. A fine luglio stava molto male e ho consigliato una visita psichiatrica perché avevo capito che era a rischio suicidario. È stato visto da psichiatri tre volte, ci sono tre relazioni disponibili. La richiesta di libertà - prosegue il medico- si basava sulla perizia di parte, redatta da un noto pediatra che, guardando i filmati, ha ritenuto di vedere solo riprese di normali visite pediatriche.

Purtroppo questa perizia è stata ignorata - ritiene Aronica - ed è stata ritenuta valida solo la perizia allergologica che lo accusava".

Commenti