Politica

Mille giorni e tutto tace (peggio, si parla d'altro)

La libertà di espressione dei magistrati, nell'agenda del Csm e della politica, viene prima della libertà fisica dei cittadini incappati in guai veri o presunti

Mille giorni e tutto tace (peggio, si parla d'altro)

Adesso il problema principale della giustizia è diventato se i magistrati possano o meno esternare sulla riforma costituzionale che a ottobre sarà sottoposta a referendum. Noi siamo per la libertà di espressione di tutti, anche se abbiamo molti dubbi che oggi come in passato i magistrati abbiano usato questo non alienabile diritto con le cautele e la buona fede che il loro ruolo esigerebbe.

Dibattito importante, certo, ma ancora una volta si parla di cose lontane dal sentire della gente e dai problemi reali. Il nodo della giustizia, la domanda su cui le toghe dovrebbero interrogarsi, è che proprio oggi sono mille giorni che un cittadino è in carcere senza aver mai subito una condanna. Carcerazione preventiva si chiama, ed è un vero strumento di tortura, spesso un odioso abuso di potere. Lo scomodo record lo ha raggiunto Nicola Cosentino, discusso politico campano di centrodestra, già sottosegretario nel quarto governo Berlusconi. È accusato di vicinanze pericolose con la camorra, è stato al centro di risse e faide del centrodestra locale. A noi questo non interessa, e non abbiamo alcuna certezza se Cosentino sia innocente o colpevole. È che, a tre anni dall'arresto, lui e noi avremmo diritto di sapere almeno mezza verità, avere un indizio sulla bontà del castello di accuse.

E invece niente, la libertà di espressione dei magistrati, nell'agenda del Csm e della politica, viene prima della libertà fisica dei cittadini incappati in guai veri o presunti. Essere politici di centrodestra insegna la storia è sicuramente un'aggravante, ma non è che le cose vadano molto meglio per i comuni mortali. In Francia e in Spagna i detenuti in attesa di giudizio sono circa il 20 per cento della popolazione carceraria, in Germania e Regno Unito il 16. In Italia la percentuale supera il cinquanta. Un detenuto su due marcisce in cella in attesa che, con molto comodo, la giustizia faccia il suo corso. Che nel nostro diritto dovrebbe essere: ti considero innocente fino a prova contraria e come tale ti tratto. E che invece, nelle mani di Magistratura Democratica e soci vari, è diventato: sei colpevole fino a prova contraria, stai in carcere e poi vedremo. Che intanto qui si discute della finta chiusura del Senato.

Paese davvero strano.

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