Cronache

Minacce e sputi a Delia, la barista che serve ​i migranti a Ventimiglia

Nel suo bar accoglie i migranti che vogliono lasciare l'Italia, ma gli abitanti del posto hanno smesso di frequentare il locale e cercano di boicottarla

Minacce e sputi a Delia, la barista che serve ​i migranti a Ventimiglia

Si chiama Delia, ha quasi 60 anni e il suo bar, l'Hobbit di Ventimiglia, accogli chiunque abbia bisogno di un posto dove stare, perché "non tutti quelli che vagano si sono persi", come scriveva l'autore del libro da cui il locale prende il nome.

Lei ha deciso di accogliere anche i migranti che provano a lasciare l'Italia: prepara da mangiare, li accoglie al caldo quando l'inverno è rigido, permette loro di chiamare le loro famiglie e offre caramelle ai bambini. L'iniziativa ha avuto inizio tre anni fa, quando a Ventimiglia si sono concentrati i flussi migratori e da allora Delia Bonuomo combatte contro la chiusura, dato che gli abitanti del posto hanno deciso di remarle contro, cercando di boiccotare il suo locale, come riferisce Repubblica. Se la incontrano per strada la minacciano e le sputano addosso, mentre una notte hanno provato a bloccare le porte dell'Hobbit, per impedirle di continuare nella sua attività: "Da quando abbiamo aperto le porte ai migranti gli abitanti di Ventimiglia nel mio bar non ci hanno messo più piede".

Delia, però, non demorde e, per riuscire a tenere aperto il bar, ha sostituito i panini al tonno e pomodoro con quelli al prosciutto e i cocktail coi biscotti, perché costano meno. Tutti sacrifici che le servono per evitare di chiudere, perché non può girare le spalle "a chi chiede un piatto di pasta o a chi crepa di freddo.

Umanamente non è possibile, come mamma, come nonna e perché, prima di tutto, il bar è un pubblico esercizio, dove ha diritto ad entrare chiunque".

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