Politica

La ministra garantiva gli affari del suo uomo

Si dimette la Guidi, responsabile dello Sviluppo. Intercettata, rassicurava e informava il compagno (indagato): «Domani passa l'emendamento». Tirati in ballo Renzi e Boschi

Federica Guidi
Federica Guidi

Più che un governo, quello di Renzi sembra un comitato di affari. Ovviamente, non affari nostri ma affari loro. E che affari. Dopo il caso della ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, coinvolta con tutta la famiglia e amici del premier nel caso della banca Etruria, ora tocca a un'altra donna, Federica Guidi, ministra dello Sviluppo economico, da ieri sera dimissionaria. Intercettata, garantiva al giovane compagno - un imprenditore nel campo petrolifero - un emendamento alla legge Sblocca Italia che avrebbe agevolato gli affari suoi e dei suoi amici interessati alle trivellazioni nel Potentino. «Lo faremo passare», dice la ministra al suo fidanzato, chiamando in causa anche la ministra Boschi.Padri, fratelli, fidanzati: siamo alla parentopoli di governo, altro che Sblocca Italia. E poi dicono che l'economia non riparte. Ci credo, stando a quel che appare la cricca fiorentina di Renzi si preoccupa a tempo pieno di come moltiplicare i propri soldi, alla faccia degli esodati, dei risparmiatori truffati dalle loro banche, degli imprenditori strangolati dalle tasse, dei pensionati alla canna del gas e di tutte le emergenze che ben conosciamo.Possibile che le ministre brighino, facciano e disfino all'insaputa del capo? Di un capo come Renzi, ossessionato dal controllo assoluto? Delle due l'una: o abbiamo un primo ministro fesso, oppure sapeva e ha taciuto. In entrambi i casi il Paese è finito nelle mani di una persona molto pericolosa.E ancora. Per due o tre casi che sono emersi, quanti sono quelli che restano coperti dalla cortina fumogena alzata dal «grande comunicatore», che ha accecato la maggior parte di giornali e televisioni? A naso, ne scopriremo presto altre. Perché chi (la sinistra) di intercettazioni ha campato e ferito, di intercettazioni perirà. Perché chi per anni ha brandito come un'arma politica il conflitto di interessi sarà svergognato da leggi ad personam. Perché di moralismo si muore.Matteo Renzi potrà anche avere la fiducia di Sergio Marchionne, grande capo dell'ex Fiat, ma giorno dopo giorno, scandalo dopo scandalo, pasticcio dopo pasticcio, sta perdendo quella degli italiani. Che almeno questa volta meriterebbero una spiegazione più convincente della montagna di balle ascoltate sul caso Boschi-Etruria.

Perché le dimissioni della ministra non possono bastare a chiudere il caso come un «incidente personale».

Commenti