Cronache

Molestie sessuali, lo Stato di New York cita in giudizio Weinstein

La notizia rappresenta un macigno per le trattative in corso per la vendita della compagnia di produzione di Harvey Weinstein

Molestie sessuali, lo Stato di New York cita in giudizio Weinstein

Nuova puntata dello scandalo molestie sessuali che vede protagonista Harvey Weinstein. Ora lo Stato di New York ha annunciato di aver citato in giudizio la sua casa di produzione cinematografica in quanto non avrebbe protetto le sue impiegate dagli abusi.

Weinstein, il fratello Bob e la società - che sta cercando un acquirente e secondo il Wall Street Journal sarebbe stata valutata meno di 500 milioni di dollari - sono accusati di "gravi violazioni" dei diritti civili e umani.

Il ministro della Giustizia di New York, il democratico Eric Schneiderman ha spiegato che la citazione include nuove accuse contro Weinstein e contro il consiglio di amministrazione della società: malgrado le denunce "la Weinstein Company ha ripetutamente violato la legge (dello Stato di) New York non proteggendo i propri dipendenti dalle pervasive molestie sessuali, intimidazioni e discriminazioni", ha spiegato Schneiderman. Il ministro ha aggiunto che "qualsiasi vendita della 'The Weinstein Company' dovrà garantire che le vittime otterranno un risarcimento e che nessuno dei colpevoli ottenga un ingiusto guadagno".

In particcolare - come risulta dal verbale della causa firmata ieri dal procuratore generale di New York - Weinstein, oltre alle molestie sessuali, avrebbe chiesto più volte alle sue dipendenti di iniettargli il medicinale per la disfunzione erettile o addirittura una volta convocò una specialista da Londra a New York incaricata di insegnare a portare più spesso i tacchi alti alle donne negli uffici. Assurdità che naturalmente hanno creato spesso situazioni di gravi disagio, coperte per tutti questi anni dal fratello del produttore - Bob Weinstein - e dal resto della compagnia.

Come si scrive nella causa: "Lavorare per Harvey Weinstein significava lavorare sotto una raffica persistente di oscenità di genere, vocaboli volgari, interazioni sessuali, minacce di violenza il tutto in un posto di lavoro sempre ostile alle donne".

Lo scandalo è scoppiato il 5 ottobre scorso quando il New York Times rivelò per primo le abitudini da predatore sessuale dell'ex re Mida di Hollywood, accusato di molestie, ed in qualche caso di stupro, da oltre 100 donne, attrici o sue dipendenti.

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