Cronache

Monsignor Liberati: "No a un'Europa schiava dell'islam"

L'islam è troppo diverso per un dialogo paritario. Questa, in sintesi, la posizione di Monsignor Liberati, intervistato da La Fede Quotidiana, che si è dichiarato scettico anche rispetto allo ius soli

Sostenitori del gruppo islamista Hefazat-e-islam protestano in Bangladesh
Sostenitori del gruppo islamista Hefazat-e-islam protestano in Bangladesh

Monsignor Liberati, arcivescovo emerito di Pompei, intervistato da La Fede Quotidiana, ha parlato di islam e ius soli senza mezzi termini o parole mediane:"Ai musulmani chiedo rispetto e pari dignità, non sono schiavo dell’islam. Ius soli? Prudenza e discernimento evitando scelte elettorali". Dichiarazioni forti, che stanno contribuendo ad alimentare il dibattito interno della Chiesa. Già in passato, Monsignor Liberati aveva ammonito riguardo alla possibilità che la sostituzione demografica portasse, inderogabilmente, ad un'Europa a trazione musulmana. Complicato, secondo le parole rilasciate ieri dal Monsignore, intraprendere un dialogo con chi ha "valori tante volte incompatibili con i nostri, penso al concetto del matrimonio e al ruolo della donna che per i musulmani è un oggetto di soddisfazione sessuale". Per Liberati, inoltre, l'Europa non sarebbe più definibile pacificamente "cristiana" e il secolarismo e il relativismo proseguirebbero indisturbati nella loro avanzata. Monsignor Liberati sostiene che sia un bene cercare una dialettica reciproca con i musulmani, ma non sulla base della "parità" e della "reciprocità". Le visioni del mondo, ribadisce, sono troppo differenti.

La "colpa" di questa scristianizzazione, per l'arcivescovo di Pompei, è rintracciabile nella "decadenza morale dell'Occidente". I responsabili, insomma, sarebbero i cristiani stessi. E l'arcivescovo avverte l'Europa anche sul pericolo portato in dote dalle statistiche:"Ritengo che, se diventano maggioranza -riferendosi ai musulmani- tutto si farà molto pericoloso. La storia del resto ci insegna che l’islam ha sempre cercato di sottomettere l’Occidente e di attaccarlo. La battaglia di Lepanto ne è un esempio. Spero che l’Occidente sappia reagire a questa offensiva islamica che ha la religione come sua motivazione", chiosa il Monsignore, che individua nella "spada della fede" la contromisura da adottare.

L'oggetto dell'intervista, poi, diviene lo ius soli:"Problema complesso anche perchè concerne una legge dello Stato. Penso che bisogna avere prudenza e discernimento evitando scelte impulsive e sotto la spinta elettorale, occorre pensarci bene in base alla opportunità del momento che stiamo vivendo". L'arcivescovo nominato da Benedetto XVI il 7 luglio del 2007, insomma, si schiera dalla parte degli scettici sulla bontà dell'introduzione di questa legge. E nella giornata di ieri, anche la Cei, per il tramite del suo presidente Bassetti, ha intrapreso un'inversione di rotta sulla proposta d'introduzione dello ius soli.

Dialogo interreligioso e cittadinanza restano due grandi macrotemi su cui la Chiesa si confronta in questo periodo.

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