Cronache

Monza, ritrovati Rubens e Renoir sottratti a proprietari truffati

Il valore stimato dei due capolavori è di circa 26 milioni di euro: questa la cifra pattuita dai due proprietari coi finti acquirenti, che poi li hanno truffati e derubati

Monza, ritrovati Rubens e Renoir sottratti a proprietari truffati

Ritrovati a Monza due capolavori della pittura rubati a seguito di una truffa ai danni dei loro legittimi proprietari, un gallerista di Cagliari ed uno di Arona, nell’aprile dello scorso anno.

Si tratta di “Le fanciulle sul prato”, olio su tela dell’impressionista Pierre-Auguste Renoir, e de “La Sacra famiglia”, olio su tavola del fiammingo Peter Paul Rubens, per un valore stimato complessivo di 26 milioni di euro.

È questa la cifra totale che i truffatori avrebbero dovuto versare nelle casse dei legittimi proprietari dei dipinti; ma quella che sembrava una trattativa in via di conclusione si è rivelata essere un furto, che ricorda davvero più la trama di un film. Il protagonista principale, protagonista della trattativa, un finto rabbino esperto ed amante d’arte, tale Samuele Graham Levy, in realtà un ladro professionista di nazionalità croata. Il ricco rabbino, stimatissimo membro della comunità ebraica milanese, aveva imbastito per mesi le trattative coi due galleristi con la complicità di un finto Pr, rivelandosi interessato all’acquisto dei due capolavori.

L’appuntamento per concludere l’affare il 20 aprile 2017, in una bella ed elegante palazzina in via Quintino Sella. La firma nei locali di un’agenzia immobiliare di proprietà di due monzesi, finiti anche loro agli arresti insieme al sedicente rabbino ed all’intermediario nell’operazione che ha condotto al loro fermo nello scorso giugno. A fornire ai venditori un’immagine ancora più prestigiosa, ed a conferire maggiori credenziali ai finti acquirenti, il fatto che lo studio fosse collocato ad un piano inferiore rispetto a quella che è la sede del Consolato onorario d’Albania, comunque completamente estraneo alla vicenda.

Una volta conclusa la trattativa, ecco scattare la trappola: con la scusa di una telefonata urgente, il rabbino si allontana dal luogo e ne approfitta per caricare i due dipinti su un furgone. Nel frattempo, il finto intermediario, che aveva distratto i venditori con un caffè, fugge anche lui e li lascia con un pugno di mosche in mano.

Dopo l’arresto dei responsabili della truffa lo scorso giugno, per fortuna, sono stati ritrovati anche i dipinti, grazie al contributo dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale; saranno ora restituiti ai loro legittimi proprietari.

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