Cronache

Muccino loda Zalone e attacca Berlusconi

Il regista in un lungo post su Facebook fornisce la sua spiegazione del successo di Quo Vado?

Muccino loda Zalone e attacca Berlusconi

Gabriele Muccino festeggia per il successo di Checco Zalone. E, in un lungo post su Facebook, attacca chi non ne capisce le ragioni e sciorina poi la sua di spiegazione. Che si riduce a un attacco a Silvio Berlusconi: "Sento già ingrossarsi il consueto coro di coloro che si ritengono oltraggiati, increduli o basiti (?!!) dal fatto che il nuovo film di Checco Zalone raggiunga ancora record mai superati da nessuno nella storia del cinema italiano. Beh, mettetevi l'anima in pace perché da come il film è partito, è fortemente plausibile che supererà il record del precedente. Non scandalizzatevi dunque, non stracciatevi le vesti. Non giudicate sommariamente il suo successo perché dietro ad un successo, qualunque successo, c'è sempre un motivo (incoraggiante o deprimente, a secondo del vostro gusto, d'accordo) ma non va mai sottovalutato né accantonato dando la colpa agli spettatori che "non capiscono un cazzo", come ho già letto più volte. Anzi, io credo che gli spettatori ci vedano benissimo! Qui si tratta di numeri immensi paragonabili ad un Blockbuster americano in uscita sul proprio territorio, in una nazione di 300 milioni di persone".

Ecco che poi arriva la spiegazione: "Dunque perché Checco Zalone fa questi numeri sconvolgenti? Perché evidentemente gli spettatori riconoscono in Checco quella faccia pulita, quella sua (reale) onestà (che anch'io ho percepito quando l'ho incontrato) e che passa attraverso quello che fa e che era nel DNA degli italiani fino al totale lavaggio del cervello fatto a colpi di diseducazione civica, leggi ad personam, menzogne ripetute infinite volte fino a farle divenire verità, annientamento del senso di una morale invalicabile, monopolio della disinformazione, annientamento della cultura e della dialettica ecc ecc, in cui Berlusconi ha avuto un ruolo enorme nei suoi 20 e più anni di legislatura (ma soprattutto di regime mediatico). Oggi gli italiani (ulteriormente assordati da populismi facili e di piazza), sembrano aver perso del tutto la rotta. La bussola è impazzita. Non segna il nord.

Non segna più nulla".

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