Cronache

Multe, così i Comuni fanno cassa

In molti Comuni si registrano vere e proprie acrobazie contabili: pur di pianificare il pareggio di bilancio si arriva addirittura a raddoppiare la cifra dell’anno precedente

Nelle grandi città o nei piccoli comuni, il sistema è sempre lo stesso. Da Milano a Piove di Sacco, senza alcuna eccezione. Per fare cassa i sindaci usano le multe, uno strumento ben collaudato che, anche quest'anno, si conferma la voce di entrata più gettonata per far quadrare i conti delle casse comunali. Addirittura le aspettative delle amministrazioni crescono: l’obiettivo di gettito per il 2012 è ovunque più alto, in qualche caso raddoppiato rispetto all'anno scorso.

Secondo quanto emerge da una indagine dell’Adnkronos sui bilanci di previsione dei comuni, la previsione dell’incasso, indicata ufficialmente nel bilancio di previsione approvato dal consiglio comunale, viene infatti costruita partendo dal dato dell’anno precedente e puntando ad un incremento percentuale, in nessun caso inferiore al 10%. In media è del 20%, ma si registrano vere e proprie acrobazie contabili nei Comuni in cui, pur di pianificare il pareggio di bilancio, si arriva a raddoppiare la cifra dell’anno precedente. Emblematici i dati delle grandi città. A Milano è del 12,8% la previsione di aumento delle entrate per le sanzioni emesse dalla polizia locale rispetto al 2011, passano da 93 milioni di euro del consuntivo 2011 ai 105 milioni previsti per il 2012. Il comune di Bologna ha, invece, inaugurato la stagione della "tolleranza zero" sulle multe non pagate. Non a caso, dopo i cali registrati nei due anni precedenti, nelle previsioni di bilancio del Comune è previsto un deciso aumento del gettito proveniente dalle violazioni al codice della strada: 52,4 mln per il 2012. In linea Firenze, con multe per oltre 51 mln nel bilancio preventivo 2012.

Passando ai Comuni più piccoli, calano ovviamente i numeri assoluti ma è il rapporto con gli abitanti a rendere i dati significativi. Trento (117mila abitanti) e Cittadella (20mila abitanti) hanno più o meno lo stesso obiettivo: 2 milioni di euro. Il gettito preventivato dal comune di Pistoia (90mila abitanti) è di tre volte superiore: 6 milioni. Ad Avezzano (40mila abitanti) si punta a 1,1 milioni di euro, mentre a Parma (188mila abitanti) il Comune guidato dal grillino Federico Pizzarotti punta a incassare 11,4 milioni di euro. E in molti casi, viste le previsioni troppo ottimistiche, a metà anno, più o meno in questo periodo, è il caso di accelerare con le multe per centrare il target fissato. Emblematico il caso di Pavia: l’obiettivo indicato in un documento consegnato dal comune alla polizia locale, a inizio anno, fissa un incremento delle multe per il 2012 del 20% rispetto al 2011.

Nei Comuni ancora più piccoli spesso la situazione diventa quasi paradossale. A Orbetello, 15mila abitanti, è rilevante lo scarto rispetto all’anno scorso: per il 2012 sono previste più multe per 253mila euro. Piove di Sacco (19mila abitanti) vede più che raddoppiata la previsione di incassi da multe: al capitolo destinato alle sanzioni del codice della strada, sono indicati proventi per 690mila euro. L’anno scorso erano 350mila. Nel piccolo comune vicentino di Piovene Rocchette le multe sono diventate un vero e proprio "caso". Il sindaco Maurizio Colman ha denunciato quello che ritiene un vero e proprio sabotaggio, per ragioni sindacali, da parte degli agenti della sua polizia locale che avrebbero volutamente operato per non raggiungere il target fissato. Su un bilancio che ammonta complessivamente a 5,5 milioni di euro complessivi, i proventi stimati delle contravvenzioni ammontano a 980mila euro. I numeri nazionali, del resto, sono inequivocabili.

In Italia, in media, negli ultimi tre anni, sono state staccate ogni anno circa 14 milioni di multe, 1.600 all’ora. I ricavi, sommando quelli assicurati dalle polizie locali (circa 1,6 miliardi di euro) e da quelle nazionali, Polstrada e Carabinieri (circa 400 milioni di euro), portano nelle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro all’anno. Una cifra che si traduce in un tassa occulta di 35 euro per ogni italiano, che nelle grandi città diventa di almeno 100 euro. C’è poi il problema dell’impiego delle risorse che arrivano dalle multe. La legge, nello specifico l’articolo 208 del Codice della Strada, prevede che almeno il 50% dei proventi vadano reinvestiti in attività a favore della sicurezza e della prevenzione degli incidenti stradali. Una prescrizione che viene spesso disattesa. Anche in questo caso, andando a verificare nei bilanci, si trovano comportamenti virtuosi e meno, tanto che poi in sede di bilancio consuntivo si evidenziano macroscopiche violazioni della legge. A Trezzo sull’Adda, il comune destina 70mila euro dei proventi derivanti dalle sanzioni alla manutenzione delle strade e alla sicurezza stradale.

A Monza, la Polizia locale ha rinnovato il parco auto e ha pagato sei Alfa Romeo 159 station wagon, una stazione mobile e uno scooter elettrico con i proventi delle sanzioni previste dal codice della strada.

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