Cronache

Napoli, all'ingresso della città il pubblico "bagno dell'eroina"

Siringhe usate abbandonate nei bagni pubblici a pagamento della galleria di piazza Garibaldi

Napoli, all'ingresso della città il pubblico "bagno dell'eroina"

Minimo 20 centesimi per fare la pipì. Facendo, però, attenzione a non calpestare le siringhe. Nella galleria di piazza Garibaldi inaugurata due anni fa a Napoli, in questo stato di degrado versano i bagni pubblici a pagamento.

Lungo il tunnel che collega i treni di Ferrovie dello Stato e Circumvesuviana alla linea 1 della metropolitana, milioni sono gli utenti che passano ogni giorno, in buona parte turisti. Ai suoi lati si aprono ampi e colorati negozi dai marchi noti. Il profumo di dolci si mescola a quello di arrosto. Tutto a posto, sembra. Il decoro urbano, invece, svanisce nei “cessi”.

Se si ha bisogno della toilette, lo “spettacolo” si paga. E le condizioni igienico-sanitarie sono rese precarie dai tossicodipendenti che la usano per “bucarsi” (guarda le foto).

Questo il benvenuto nella città in pieno giorno. Ieri, domenica, con un afflusso di visitatori aumentato dall’ingresso gratuito nei musei e dalle numerose iniziative che stanno animando la metropoli per questo mese di maggio, in 10 minuti almeno cinque le persone che hanno avuto bisogno di entrare in quei “bagni dell’eroina”. Si aprono prima delle scale che conducono alla metropolitane della linea 1 in direzione Piscinola. Nel mezzo, una gioielleria.

Su tre servizi igienici solo due erano utilizzabili, da donne e uomini. Uno era guasto: la porta era bloccata a metà. Da quell’apertura si poteva assistere a un indecente scenario. Sporcizia e i resti abbandonati da chi si fa di eroina. Almeno una siringa visibile dall’esterno, ma diverse le confezioni aperte, lasciate a terra insieme ad uno straccio macchiato rosso sangue. Domenico, arrivato a Napoli con un folto gruppo di amici per visitare il museo di Capodimonte, entra nell’ultimo bagno. Stessa situazione. Non avendo monetine da 20 centesimi, ne inserisce una da 50. Si apre la porta. Davanti a sé nota almeno due siringhe usate. “Dovevo andarci, ma che schifo”, commenta all’uscita. Con uno sguardo disgustato vanno via anche gli altri costretti a usufruirne. Intanto fuori dei vigilantes si occupavano della sorveglianza della galleria.

Il viaggio continua, per fortuna. L’arte e la cultura che animano Napoli riescono a colmare il gap creato dalle carenze igienico-sanitarie che deturpano l’ingresso della città. Preso d’assalto dai visitatori, il capoluogo partenopeo ieri ha fatto registrare un boom di ingressi nei musei. Alle 5 del pomeriggio la fila era ancora interminabile all’esterno di Palazzo Zevallos di Stigliano, dove da sabato è in mostra “I Musici” di Caravaggio, la tela arrivata dal Metropolitan Museum di New York circa una settimana fa. Boom di ingressi anche al museo di Capodimonte, che da aprile scorso ospita alcuni dei capolavori di Picasso, e al palazzo Reale, dove fino a luglio sarà in mostra Totò. Pizzerie, bar, ristoranti pieni. Via Toledo esplodeva di gente.

La speranza è che, tra chi sia arrivato in treno, in pochi, ma molto pochi, abbiano avuto bisogno di quei bagni di piazza Garibaldi, uno sfregio su un capolavoro.

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