Cronache

Napoli, senegalese aggredito in casa da una ventina di persone

Un senegalese è stato aggredito a bottigliate nella sua casa da una ventina di persone. Il motivo forse è legato al ritardo nel pagamento dell’affitto

L'ospedale Loreto Mare, dove è morto Salvatore Giordano
L'ospedale Loreto Mare, dove è morto Salvatore Giordano

Dramma sfiorato ieri pomeriggio in via Giovanni Tappia, strada non lontana dalla Stazione centrale di Napoli, nella zona delle cosiddette Case Nuove. Un uomo, un immigrato senegalese di 33 anni con regolare permesso di soggiorno, è stato brutalmente aggredito a bottigliate da un gruppo formato da circa 20 persone, tra le quali figuravano probabilmente anche diversi cittadini stranieri.

Secondo quanto riporta Fanpage.it, è possibile che l'aggressione sia scattata per motivi legati all'affitto dell’abitazione nella quale il senegalese viveva: il 33enne, infatti, avrebbe semplicemente chiesto al padrone di casa una proroga di un paio di giorni nel pagamento.

La questione sembrava essersi chiusa lì ed invece, dopo qualche minuto, un folto gruppo di sconosciuti in perfetto stile Arancia meccanica avrebbe fatto irruzione nell’appartamento del giovane devastando tutto quello che avevano a portata di mano. Non contenti, i violenti si sono scagliati con ferocia inaudita contro l’uomo ferendolo in modo serio alla testa, al petto e alle braccia a colpi di bottiglie di vetro.

Vista la gravità delle lesioni, l’extracomunitario è stato subito ricoverato nell'ospedale Loreto Mare di Napoli ma, per fortuna, non sarebbe in pericolo di vita. Inevitabilmente, sul luogo della violenza si è creato un gran caos che ha mandato in tilt anche il traffico viario della zona.

Solo il provvidenziale arrivo delle forze dell'ordine ha evitato che la situazione potesse ulteriormente degenerare. Gli agenti sono tuttora impegnati nelle indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e risalire ai responsabili della drammatica vicenda.

Nel frattempo, presso l’ospedale si sono recati anche i diplomatici dell'ambasciata del Senegal, il paese di origine della vittima, per constatare le condizioni di salute dell’uomo.

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