Cronache

Napoli, si uccide un portiere: avrebbe perso casa e lavoro

A Napoli un uomo si è impiccato nella casa che avrebbe dovuto lasciare: era soggetto da tempo a crisi depressive. A Bari un impiegato minaccia il suicidio, poi desiste

Napoli, si uccide un portiere: avrebbe perso casa e lavoro

La crisi continua a fare vittime. Un portiere di 55 anni si è impiccato a Napoli, dopo avere ricevuto una lettera di licenziamento, che lo avrebbe obbligato a lasciare il posto di lavorare, e di conseguenza la sua abitazione, a ottobre.

L'uomo è stato trovato dai vigili del fuoco in un "basso", un locale adibito ad abitazione, in corso Garibaldi 196, ormai privo di vita. Divorziato, con due figli, soffriva di crisi depressive da quando era morta la madre e si era separato dalla moglie. 

Ad aggiungersi a una situazione personale già non facile la notizia del licenziamento, seguita da un sopralluogo dei proprietari nell'abitazione, che forse aveva fatto pensare all'uomo a un anticipo del suo allontanamento, spingendolo al gesto estremo.

E una decisione estrema è anche quella che a spinto un impiegato dell'Enaip di Bari a barricarsi in un ufficio nella sede di via De Bellis, salendo sul parapetto di una finestra al primo piano, per denunciare la sua situazione: da quindici mesi non riceve lo stipendio. Nella stessa condizione sono 220 formatori professionali, che da giorni protestano e hanno occupato la sede dell'Ente per l'istruzione professionale.

L'impiegato, Giuseppe Neviera, 51enne, è stato raggiunto al telefono dall'Ansa, ha raccontato di essere ancora costretto alla sua età a farsi "mantenere dalla madre", per colpa dell'Enaip che da più di un anno che non paga gli stipendi.

E ha minacciato di buttarsi di sotto, chiedendo un intervento rapido per sè e per i colleghi, per poi scendere e desistere dalla protesta.

Commenti