Periferie d'Italia

Nei Quartieri spagnoli, "periferia" nel cuore di Napoli

A pochi metri da via Toledo, un quartiere fatto di vicoli lunghi e stretti, dove convivono i "bassi" popolari e le case della Napoli-bene

Nei Quartieri spagnoli, "periferia" nel cuore di Napoli

Le vie lunghe e strette, fatto strano per dei vicoli, hanno l’aria di essere state pianificate con il righello da qualche architetto del passato, eppure sono luoghi estremamente popolari (guarda le foto). Dovunque è pieno di panni stesi ai balconi, di edicole votive, foto e murales di Maradona. In poco spazio si trova un condensato di tutti i simboli della napoletanità e della sua apparente anarchia. Eppure i Quartieri Spagnoli furono pianificati metro per metro.

Fino al 1500 erano giardini terrazzati e piantumati con alberi di gelsi. Tutto cambiò quando nel sedicesimo secolo i regnanti decisero di costruire a ridosso delle case nobiliari di via Toledo un nuovo quartiere. Lo scopo era quello di alloggiare i soldati spagnoli che passavano da Napoli per essere poi smistati in altre parti del regno o che dovevano sedare eventuali rivolte in città.

Nacquero così i Quartieri Spagnoli. L'arrivo dei militari attrasse subito molte prostitute che si stabilirono nel quartiere. Nacquero anche le bische clandestine e arrivarono anche alcuni criminali. Piano piano la zona si fece fama di luogo popolare e in alcuni casi un po' malfamato. Allo stesso tempo divenne uno dei simboli più amati della napoletanità verace.

Le leggende e le storie vere legate alle prostitute sono tantissime. Una di esse vuole che fossero loro a fare le edicole votive visto che le aristocratiche impedivano loro di spendere i lauti guadagni della prostituzione nella costruzione di chiese. Secondo la leggenda le meretrici, che erano molto religiose, decisero quindi di crearsi delle cappelle votive private nei vicoli. Un'altra storia vuole che durante i periodi moralisti in cui veniva impedito loro di esercitare si inventassero parole segrete da dire nelle osterie del quartiere per mangiare un piatto “diverso” o che creassero delle vere e proprie baracche in legno in posti lontani dagli occhi delle guardie.

La zona nel tempo ha vissuto alti e bassi. In alcuni periodi è stata ostaggio della criminalità organizzata e dello spaccio, ma ultimamente si è molto aperta al turismo ed è diventata un quartiere studentesco. I ragazzi amano prendere casa qua perché costa di meno e si è in pieno centro storico. Il quartiere nasconde anche splendidi palazzi decaduti, chiese ed ex monasteri oggi trasformati in abitazioni molto popolari. Non è raro trovare i fili per appendere i panni legate a statue del seicento ed edicole votive di gran pregio, oggi completamente scrostate e contornate da foto di parenti morti, luci al neon, statue di padre Pio e ritratti di Maradona. Il calciatore del Napoli è ormai entrato nel pantheon delle figure sacre delle città. Questo lato così pittoresco ha richiamato artisti e cineasti da tutto il mondo. Queste vie hanno anche dato i natali a tantissimi musicisti.

Le strade dei Quartieri Spagnoli sono o parallele a via Toledo o salgono in alto verso corso Vittorio Emanuele, la splendida e borghese via di tre chilometri che porta dal centro fino a Mergellina. Verso piazza del Plebiscito il quartiere costeggia la ricca Chiaia. Solamente il lato che dà verso la strada per Capodimonte è costeggiato da un quartiere popolare, Montesanto. Basta fare pochi metri per passare dal quartiere popolare all'alta borghesia. Un confine invisibile che con il tempo sta diventando più permeabile. Le strade sono costeggiate da signore che stanno sedute su delle sedie e che chiacchierano con i vicini o con le amiche. La strada è il proseguimento naturale del basso o in napoletano "o vascio", l'abitazione a livello di strada. Un tempo simbolo di povertà e oggi diventato uno dei simboli più conosciuti e amati di Napoli. Il basso nasconde una cultura tutta sua e a volte sorprendente.

Napoli è una città collinare, un continuo sali e scendi. Da alcuni vie dei Quartieri Spagnoli si vede la splendida cupola della galleria o le navi da crociera che attraccano al porto. In alcuni casi il paesaggio diventa completamente surreale. La zona è servita dalla nuova linea della metro dell'arte (linea 1) e dalla funicolare di Montesanto che permette di salire fino a corso Vittorio Emanuele senza dover fare gran fatica. Le funicolari di Napoli sono delle vere e proprie opere d'arte inizio secolo. La fermata della metro di via Toledo, un tempio dell'arte moderna, è invece considerata da molti una tra le più belle stazioni di metro al mondo.

I Quartieri Spagnoli sono famosi anche per essere la casa di molti femminielli napoletani. Una delle più conosciute è la Tarantina, oggi ottantenne e che negli anni della “dolce vita” viveva a Roma ed era amica di tanti attori e intellettuali come Pier Paolo Pasolini, Goffredo Parise, Federico Fellini, Alberto Moravia e la pittrice esistenzialista Novella Parigini. La cultura dei femminielli è molto antica e si richiama alle figure pagane “in transizione” e duali, sia maschili che femminili.

I vicoli in salita portano palazzo dopo palazzo, basso dopo basso, verso corso Vittorio Emanuele. Dalla via i tetti delle palazzine dei Quartieri Spagnoli si susseguono uno dopo l’altro. Sembrano quasi una scacchiera sgangherata.

Se non ci fosse il Vesuvio un osservatore disattento potrebbe pensare di essere in qualche città coloniale sud americana.

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