Cronache

Nella pregiata scatola anche un invito per passare due giorni nella tenuta di Bolgheri

Viaggiano in compagnia di una magnum di Guado al Tasso 2011 Doc Superiore, di un libro con la storia di questo nettare e di un invito dei marchesi Antinori per due persone a trascorrere due giornate a Bolgheri nella Tenuta Guado al Tasso. Sono le prime scarpe d'annata, fatte a mano e tamponate con le fecce solide di un vino di culto: forte intensità aromatica, speciale setosità dei tannini che associa a una dolcezza gustativa lo spessore e l'aroma di frutta scura molto intensi.

Per procurarsi questo piacere esclusivo ci vogliono tre mesi d'attesa dall'ordinazione nelle boutique Moreschi - dieci in Italia, venti nel resto del mondo - e 1946 euro. Ma l'emozione è assicurata quando si scioglie il laccio bordeaux che serra il cofanetto della limited edition di 120 pezzi. «Il progetto Moreschi 1946 Guado al Tasso nasce nel 2013 dalla mia passione per i vini e dall'incontro con la famiglia Antinori, 26 generazioni di eccellenza», racconta Mario Moreschi, uno dei titolari dell'azienda vigevanese che ha fatto la storia della calzatura italiana intesa come opera d'arte. La realizzazione delle scarpe richiede almeno 350 passaggi manuali, l'impiego di pelli pregiate e una manifattura amorevole, come si fa con i grandi vini. Tutto era iniziato dal nonno Mario che vantava una conoscenza approfondita delle migliori annate del vino di cui possedeva una preziosa collezione di bottiglie. Una passione che condivideva con quella della collezione di cuoio sin dal 1946, anno di fondazione dell'azienda.

Il nipote Mario ha cominciato a raccogliere gropponi di cuoio per le annate corrispondenti a quelle migliori dei vini italiani. «Una vita parallela fra la mia cantina che via via si arricchiva di preziosi millesimati e il caveau del cuoio che in azienda custodisce, nei suoi 300 metri quadri, i gropponi millesimati degli stessi anni» racconta uno dei tre fratelli Moreschi - gli altri sono Stefano e Francesco - terza generazione alla guida dell'azienda che produce esclusivamente in Italia 220 mila paia di scarpe l'anno impiegando 400 dipendenti ed esportando l'80% in tutto il mondo. «Siamo sempre in trincea, bisogna lottare per conquistarsi la fiducia dei consumatori» aggiunge commentando il complesso momento di un mercato, con aspetti positivi e negativi. «Ma l'Italia sta rialzando la testa» dice.

E allora in alto i calici per brindare con un vino magnifico e un paio di scarpe da urlo.

Commenti