Cronache

Un neurostimolatore contro le crisi epilettiche: prima operazione in Italia su bimba di 5 anni

All'Ospedale di Circolo di Varese è stato impiantato un neurostimolatore di ultima generazione su una bambina affetta da epilessia farmaco resistente. L'intervento riduce l'impatto delle crisi epilettiche

Un neurostimolatore contro le crisi epilettiche: prima operazione in Italia su bimba di 5 anni

Un neurostimolatore vagale di ultima generazione è stato impiantato su una bambina di cinque anni malata di epilessia: è la prima volta in Italia su una paziente così piccola.

L’intervento è di quelli che cambiano la vita: permette di diminuire drasticamente l’impatto, per intensità e per frequenza, delle crisi epilettiche sulla persona che ne è affetta e che non riesce a trarre benefici dalla terapia farmacologica.

Ad inserire il dispositivo nell’organismo della bimba sono stati mercoledì 20 giugno i neurochirurghi dell’Ospedale di Circolo di Varese, uno dei due soli centri in Lombardia – l’altro è a Monza – in cui si eseguono tali operazioni sui bambini.

"L'elettrostimolatore che abbiamo impiantato intorno al nervo vago della piccola - spiega Alessandro Dario, il neurochirurgo che ha eseguito l'intervento insieme alla collega Emanuela Cartini e con la supervisione del primario della Neurochirurgia, Davide Locatelli - è un'apparecchiatura intelligente, davvero innovativa: sulla base del ritmo cardiaco riesce a cogliere i segnali di una crisi epilettica in arrivo e la blocca sul nascere, offrendo così alla bimba la possibilità di vivere una vita normale".

Il salto di qualità de nuovi neurostimolatori rispetto ai precedenti è notevole: quelli di ultima generazione riescono ad autoregolarsi fin dalla loro attivazione che avviene circa dieci giorni dopo l’operazione e sono in grado di distinguere un’alterazione del battito cardiaco preludio di una crisi epilettica e le alterazioni dovute ad altre cause, ad esempio uno sforzo fisico.

L’intervento, della durata di circa due ore, afferma Dario, è a basso rischio: "Di certo – dice – vale la pena farlo. Stiamo parlando di malati molto fragili e altamente invalidati che a causa delle continue crisi non riescono a svilupparsi correttamente".

La bambina era in cura da anni nella struttura di Neuropsichiatria infantile del Filippo Del Ponte, diretta da Giorgio Rossi. Accertata la resistenza ai farmaci della sua epilessia, è stata operata e dopo una notte in Terapia intensiva neurochirurgica è stata ricoverata in Pediatria dove resterà solo pochi giorni.

Soddisfazione per il risultato è stato espresso da più parti, a cominciare da Anna Iadini, referente per la Direzione medica del Del Ponte, secondo cui l’ospedale sta ben interpretando il suo ruolo di polo materno infantile di riferimento, e dal prof. Massimo Agosti, Direttore del Dipartimento Donna e del Bambino dell’ASST dei Sette Laghi. "Casi come questo – dichiara quest’ultimo - non resteranno isolati a Varese. E noi siamo pronti a far diventare queste eccezioni la nostra regola ponendo l'Ospedale del Ponte sempre più punto di riferimento per le patologie complesse della donna e del bambino".

"Interventi come questi – afferma Callisto Bravi, Direttore generale dell’ASST dei Sette Laghi – sono il punto di partenza di un percorso di crescita".

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