Cronache

"Noi poliziotti derisi dalla prof, lottiamo per amore dei nostri figli"

La commovente lettera di un poliziotto alla figlia di un agente: "Quando si allaccia gli anfibi, abbraccialo e respira il suo respiro"

"Noi poliziotti derisi dalla prof, lottiamo per amore dei nostri figli"

Riceviamo e pubblichiamo la missiva scritta da un ex poliziotto e indirizzata alla figlia dell'agente che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera aperta (leggi) alla "prof" (maestra) di Torino filmata mentre insultava le forze dell'ordine schierate in piazza.

Cara figlia di un collega,

ti ringrazio per la lettera che hai scritto in difesa delle forze dell'ordine. Ti ringrazio da ex appartenete della Polizia di Stato. Le tue parole mi hanno fatto tornare indietro nel tempo, quando, dopo i mesi di corso ho giurato con allora Ministro dell'Interno Scalfaro fedeltà allo Stato e alla Patria. Avevo 19 anni e quel grido partito dal cuore, mi ha accompagnato fino ad circa 2 anni fa, anno in cui sono andato in pensione.

In questi anni di servizio come hai descritto tu, la mia famiglia ha molte foto delle feste comandate dove io non ci sono, compleanni di mio figlio dove io non ci sono perché comandato di servizio.

Ho avuto un incidente con la Volante dove solo per miracolo non ci siamo ammazzati, più volte sono stato malmenato, deriso , offeso, offese estese anche alla famiglia parole irripetibili rivolte a madri sorelle ecc. ecc.

Mi sono chiesto tantissime volte se tutto questo era giusto, se tutto questo era il prezzo da pagare perché indossavo una divisa. Ancora oggi non ho trovato una risposta. Vedere una maestra che insulta e minacci i colleghi con una cattiveria inaudita mi ha fatto pensare che ormai non si parla più di democrazia ma di anarchia allo stato puro. Ognuno può esternare quello che pensa come vuole non curandosi del rispetto delle persone e delle istituzioni. Stiamo pagando il prezzo della troppa democrazia a senso unico. Nessuno chiede mai cosa pensiamo noi poliziotti, noi non possiamo avere ne un pensiero e tanto meno possiamo esternarlo e sopratutto non possiamo esternare la nostra paura. Noi indossiamo una divisa e non possiamo criticare nessuno. E questa la chiamate democrazia. I nostri politici ci usano come meri esecutori di ordini – disposizioni. Anche noi abbiamo un cuore e nessuno ci ha insegnato ad estraniarci dalla realtà, con quel finto distacco istituzionale dalle cose. Noi siamo coinvolti sempre e comunque, ognuno con le proprie sensibilità e idee politiche. In piazza ci siamo noi con il cuore in gola dalla paura e nelle nostre case i nostri familiari durante le manifestazioni non guardano più i media per non morire di crepacuore.

Abbandonati dai nostri politici, noi continuiamo a combattere giornalmente per la sicurezza anche di quella maestra e dei suoi familiari. Combattiamo una guerra che sappiamo persa da tempo ma che noi continueremo a combattere per l'amore dei nostri figli.

Sai cosa ti dico cara figlia, quando tuo padre si allaccia gli anfibi, guardalo negli occhi stringilo forte, respira il suo respiro, digli che è la persona più importante, solo così lo potrai aiutare nei momenti di paura quando dovrà chiudere il casco e sperare di poter accarezzarti ancora.

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