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Non contano le regole ma chi scenderà in campo

Non contano le regole ma chi scenderà in campo

Entro poche ore sapremo se andremo a votare, probabilmente a marzo, con una nuova legge elettorale o con vecchi sistemi rattoppati alla meglio. Il Rosatellum, dal nome del deputato Pd che ha presentato il testo, è una buona legge? Non lo so, non credo che esista una «buona legge elettorale». È buona la legge che fa vincere la tua parte politica ed è cattiva quella che premia l'avversario. Se Berlusconi e i suoi uomini hanno dato, sia pure a denti stretti e senza entusiasmo, il via libera a questo testo, evidentemente per il centrodestra si tratta di una legge almeno buonina. Nelle prossime ore ci faranno una testa tanta con tutti i tecnicismi: preferenze, collegi bloccati, quote maggioritarie e proporzionali. Parole e concetti astrusi, sconosciuti a tutti noi e pure alla maggioranza degli addetti ai lavori.

Posso dirlo? Chi se ne importa di come è fatta la legge elettorale. E ritengo pure legittimo che i segretari dei partiti reduci da una stagione di tradimenti che hanno falsato la volontà popolare - l'abbiano costruita per poter portare in Parlamento gli uomini che ritengono più preparati, leali e affidabili, che se poi non ci piacciono basta non votarli e la cosa finisce lì. Più saranno gli impresentabili, più il partito che li propone perderà consenso. Ma soprattutto negli anni tutti i partiti hanno vinto le elezioni con leggi profondamente diverse e perso con regole identiche. Il che significa che non è la legge che fa il monaco, ma semmai l'elettore.

Le elezioni, con qualsiasi regola, si vincono se ti impegni a fare quattro cose serie che la gente si aspetta, regali un sogno e hai un leader carismatico. I grillini, che sentendo aria di sconfitta mettono le mani avanti contro le nuove regole, dovrebbero rileggere le massime di Boskov, grande allenatore e filosofo del calcio. Diceva: «Squadra che vince scudetto è quella che fa più punti»; «Rigore è quando arbitro fischia»; «Per segnare bisogna tirare in porta». Semplice no? Date le regole, devi essere il più bravo, altrimenti inutile lamentarti, meglio stare a casa. Prendersela con le regole è cosa da modesti.

Perché per quanto modellate ad personam o ad excludendum, può capitare che ti si rivoltino contro, smentendo quella massima di Mark Twain: «Se votare facesse qualche differenza non ce lo farebbero fare».

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