Cronache

"Non l'ho uccisa: Alena è scivolata mentre le servivo della vodka"

A parlare è Zied Yakoubi, 32 anni, algerino irregolare in Italia, che con queste parole, riferite al proprio legale (l’avvocato Mario Ventimiglia), intende ancora una volta dichiararsi innocente dall’accusa di tentato omicidio.

"Non l'ho uccisa: Alena è scivolata mentre le servivo della vodka"

“Non ho ucciso Alena, è stata una disgrazia. Eravamo seduti sul muretto e le stavo versando un bicchiere di vodka, quando ha improvvisamente perso l’equilibrio ed è volata di sotto. Nel tentativo di salvarsi si è aggrapata, trascinandomi con lei”. A parlare è Zied Yakoubi, 32 anni, algerino irregolare in Italia, che con queste parole, riferite al proprio legale (l’avvocato Mario Ventimiglia), intende ancora una volta dichiararsi innocente dall’accusa di tentato omicidio.

La vicenda riguarda la turista tedesca di 22 anni, Alesa Sudokova (di origine russa), che la notte del 31 luglio scorso, a Capo Nero, di Sanremo - fatalità il giorno in cui avrebbe dovuto ripartire con la famiglia per la Germania - è caduta da una scarpata affacciata sul mare, rotolando per una settantina di metri. Ha riportato un politrauma e soprattutto due lesioni cerebrali (provocate dal ritardo dei soccorsi), che ora rischiano di lasciarle danni permanenti.

Proprio oggi l’avvocato dell’algerino ha depositato istanza di Riesame e di richiesta di interrogatorio da parte del pubblico ministero, nella convinzione che il proprio assistito sia innocente. Di parere diametralmente opposto è la famiglia della ragazza, che attraverso, Nadia, la segretaria della chiesa russa di Sanremo dov’erano ospiti fa sapere: “E’ una frottola che non sta né in cielo, né in terra. Non possono dire che è scivolata. C’è un testimone che ha assistito dal terrazzo all’aggressione”.

Per i famigliari della ventiduenne, dunque, non ci sono dubbi sul fatto che Zied abbia spinto Alena nella scarpata, dopo una tentata violenza carnale. “Aveva i due polsi spezzati e una mano rotta - aggiunge Nadia -. Fratture che la ragazza, a giudizio della famiglia, ha riportato nel tentativo di difendersi e di reagire a un tentativo di violenza”. Nei giorni scorsi, dopo essersi risvegliata dal coma farmacologico, Alena è stata trasferita in Germania per le cure, ma siamo ancora molto distanti da una sua ripresa.

La giovane, infatti, non parla e non è ancora “collegata” alla realtà circostante.

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