Cronache

Tav, gli anarchici sfidano lo Stato: "Sabotare mille chilometri di rete

Denuncia choc dell'intelligence: "Da un mese in atto attacchi di matrice anarco-insurrezionalista per fermare la Tav"

Tav, gli anarchici sfidano lo Stato: "Sabotare mille chilometri di rete

L'allarme riguardante possibili attacchi No Tav contro strutture ferroviarie legate all'alta velocità è noto già da un mese. Lo scorso novembre, il prefetto Carlo De Stefano, come scrive l'Huffington Post, si era detto molto perlesso "di fronte alla decisione della Corte d'Assise di Torino di condannare i quattro militanti No Tav ma di non riconoscere alle loro azioni contro i cantieri dell'Alta velocità l'aggravante del vincolo e della finalità del terrorismo".

L'incendio alla stazione centrale di Bologna rappresenta un vero e proprio cambio di passo degli antagonisti. Si sono organizzati e, soprattutto, si sono riuniti. Come racconta una voce dell'intelligence sentita dall'Huffington, "c'è stata una chiamata all'azione a tutti i comitati del No. No Tav ma anche No Muos e tutti quei comitati che dal sud al nord, al di là di ragioni e punti di vista anche legittimi, sono alibi perfetti per consentire a soggetti di area anarchica di fare massa critica intorno ad alcuni temi tipici dell'antagonismo, del ribellismo e della disobbedienza sociale".

La modalità di attacco dei No Tav richiama la "Campagna Santa Klaus" del Natale 2003, quando gli anarchici spedirono buste cariche di esplosivo alle istituzioni da loro ritenute ostili: i vertici politici dell'Europa, la Bce e la commissione presieduta da Romano Prodi. Già nel 2003 la rete terrostica agì sfruttando la tratta Firenze-Bologna-Milano-Torino.

Ed è proprio da Firenze che i No Tav hanno cominciato a sabotare la linea dell'Alta velocità. Il 2 dicembre scorso, in un cantiere nei pressi della stazione di Campo di Marte viene ritrovata una bottiglia incendiaria. Il 18, invece, vengono ritrovate due bottiglie incendiarie sulla linea Milano-Torino e il 21 due bottiglie piene di liquido infiammabile vengono sistemate fuori dalla galleria San Donato-Rovezzano, a 11 km da Firenze.

Una vera e propria escalation di violenza, che è stata così bollata dal ministro degli interni Angelino Alfano: "Chi si oppone all'alta velocità sappia che non intimidirà lo Stato italiano. Il nostro governo e il nostro Paese non hanno paura, hanno deciso democraticamente di realizzare un'opera che sarà realizzata. Non ci faremo intimidire". Eppure il premier Matteo Renzi continua a dire che non si tratta di terrorismo..

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