Cronache

La nuova lezione di Francesco: laverà i piedi anche alle donne

Rivoluzionato il rito della lavanda: lo aveva già fatto a Rebibbia, ma ora diventerà una regola

La nuova lezione di Francesco: laverà i piedi anche alle donne

Per volontà del Papa, un apposito decreto della Congregazione del culto divino ha disposto un ritocco, piccolo ma gigantesco, del rito di lavanda dei piedi. D'ora in poi, durante la messa «in coena Domini», la sera del giovedì santo, non saranno più solo piedi maschili quelli lavati dal prete o dal vescovo, in memoria del gesto di Cristo che lavò e asciugò i piedi incrostati di polvere di Pietro e degli altri undici. Potranno essere anche piedi di bambine, quelli di ragazze e signore con le unghie smaltate di rosso.

La Chiesa, con un atto minimo ma storico e per chi crede divino, ricambia Maddalena che lavò i piedi di Gesù con le sue lacrime e li asciugo coi capelli, poi li profumò, ma questo lasciamolo fare alle donne e non ai preti.I piedi! Una volta, in questa stagione, facevano parlare di sé per i calli. Adesso, nei siti alla moda sono catalogati come prelibatezza dell'erotismo avanzato. Si chiama progresso, pare. Francesco, ed è questa la forza misteriosa che si porta addosso come successore di Pietro, ha sollevato i piedi da terra, trasformandoli in strumenti di misericordia, in questo attingendo alla sorgente viva della tradizione. Infatti, la Bibbia, i Vangeli e anche i mistici (e Wojtyla era un mistico) li guardano come l'organo dell'uomo che più somiglia al cuore. «Come sono belli i piedi di chi porta lieti annunci», recita Isaia, non a caso un profeta.È possibile che i quotidiani specialisti nell'adulazione di Francesco il Rivoluzionario, ignorino una verità lampante, e già sperimentata da chi è stato accanto ai precedenti due pontefici.

L'idea che la misericordia cominci dai piedi sporchi dei pellegrini era già compresa nella mente della Chiesa. Caravaggio ha rappresentato la sua Madonna che si ammira nella basilica di Sant'Agostino in Roma, con piedi flessuosi e candidi, come quelli del bambino Gesù, e accoglie sulle soglie di casa due pellegrini con i piedi scandalosamente (per i beghini del tempo) sudici: si capiva che Maria li avrebbe lavati.Nella liturgia però i piedi delle donne erano restati finora comprensibilmente tabù. I costumi facevano ritenere fuori luogo che mani maschili consacrate si posassero sui piedi nudi di una donna, qualcosa di sconveniente, di impudico, un'intimità troppo grande.Altri tempi e altre sensibilità, che gli eccessi di oggi fanno forse rimpiangere. La Chiesa comunque, semper reformanda, lascia alle spalle questi scrupoli che ora suonerebbero ipocriti. Semmai la questione, più che etica, sarebbe teologica: Gesù lavò i piedi degli apostoli, tutti uomini. Il Papa dice che non si deve ripetere meccanicamente il gesto, poiché aveva un significato di amore più grande, toccava tutti, Cristo è servo di tutti.

Ma non è affatto un passo verso il sacerdozio femminile, come diranno di certo alcuni. Ed esiste l'eco di lontane tradizioni orientali secondo cui li lavò anche a Maria, sua Madre. E chissà quante volte lo fece l'apostolo Giovanni che visse con la Madonna ad Efeso e la curò.In realtà Francesco, il lavare i piedi delle ragazze, lo aveva già fatto più volte, anche da Papa oltre che da cardinale. Ad esempio visitando Rebibbia, lo scorso anno, aveva bagnato quelli famosi e formosi di Sylvie Lubamba, animatrice procace delle trasmissioni di Piero Chiambretti, e li aveva baciati in umiltà proprio come Maddalena con Gesù, suscitando la riprovazione di Giuda.Specifica l'Osservatore Romano a uso dei parroci: «Spetta ai pastori scegliere un gruppetto di persone rappresentative dell'intero popolo di Dio - laici, ministri ordinati, coniugati, celibi, religiosi, sani e malati, fanciulli, giovani e anziani - e non di una sola categoria o condizione. Spetta a chi è prescelto offrire con semplicità la propria disponibilità. Spetta infine a chi cura le celebrazioni liturgiche preparare e disporre ogni cosa per aiutare tutti e ciascuno a partecipare fruttuosamente a questo momento».

Per capire cosa intende il Papa con la lavanda dei piedi, ecco cosa disse il 2 aprile dello scorso anno, a Rebibbia: «Anche io ho bisogno di essere lavato dal Signore, e per questo pregate durante questa messa perché il Signore lavi anche le mie sporcizie, perché io diventi più schiavo di voi, più schiavo nel servizio della gente, come è stato Gesù».Se è lecito, un ricordo personale. Durante i viaggi Giovanni Paolo II, dopo aver osservato i volti, era uso guardare i piedi. Lo commuovevano quelli di chi arrivava con le suole scalcagnate in America Latina, sollevando la polvere che il vento gli sbatteva in faccia.

Guardava i piedi nudi delle madri africane, guardava i tacchi a spillo delle donne europee.

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