Cronache

Nuove cure efficaci per la lotta al colesterolo

É una lotta globale, quella contro il colesterolo. Uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Patologie quest'ultime che continuano ad essere, la prima causa di morte nel Vecchio continente. Soprattutto tra il sesso femminile: muore ben il 51 per cento delle donne per cause legate al cuore, rispetto al solo 42 per cento degli uomini. Il dato emerge dal Congresso annuale della European Society of Cardiology 2015 (Esc), svoltosi di recente a Londra (circa 27mila i partecipanti da 140 Paesi). Per l'occasione è stato dedicato un focus particolare alla terapia anti-colesterolo. L'avanzamento oggi è rappresentato dai farmaci biologici, come evolocumab, un anticorpo monoclonale interamente umano inibitore del PCSK9, una proteina che riduce la capacità del fegato di rimuovere dal sangue il colesterolo Ldl (quello cattivo). La terapia (già approvata dalla Commissione Europea e dalla Fda), apre prospettive terapeutiche promettenti, per tutte quelle persone colpite da ipercolesterolemia familiare (HF). Una condizione ereditaria, caratterizzata da livelli di colesterolo Ldl molto elevati: tra i 300/600 mg nel caso di ipercolesterolemia eterozigote (un solo gene della coppia affetto) e oltre i 600 mg nel caso di ipercolesterolemia omozigote (ambedue i geni della coppia affetti). «La conseguenza è lo sviluppo di eventi coronarici precoci», aggiunge Alberto Zambon, lipidologo del dipartimento di medicina interna dell'università di Padova. «Se non adeguatamente e tempestivamente trattata, l'ipercolesterolemia eterozigote porta ad una patologia coronarica intorno ai 55-60 anni e quella omozigote ad eventi fatali nelle prime decadi di vita». La forma eterozigote è la più frequente e verosimilmente è presente in 1 persona su 200-250. In Italia le persone colpite potrebbero essere 300-350mila. Resta però il problema di riconoscerla per tempo: ancora oggi è una malattia ampiamente sottodiagnosticata in molti Paesi, Italia compresa (solo il 4-5 per cento).

«Questi pazienti rappresentano una sfida clinica perché hanno livelli di colesterolo così elevati che solo 1 paziente su 5 raggiunge il target terapeutico».

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