Cronache

Nuove minacce di Pietro Maso alle sorelle: "Devo finire il lavoro di 25 anni fa"

I carabinieri di San Bonifacio (Verona) hanno intensificato la protezione alle sorelle di Pietro Maso in seguito alle minacce di morte che il fratello avrebbe rivolto alle due donne

Pietro Maso in una foto per una recente intervista a Chi
Pietro Maso in una foto per una recente intervista a Chi

Si torna a parlare di Pietro Maso, protagonista di un duplice omicidio a danno dei genitori, nel 1991, aiutato da tre suoi amici. Condannato a 30 anni e due mesi, in carcere ne ha scontati 22. Dal 15 aprile 2013 è tornato in libertà. Ora, a 45 anni, prova a rifarsi una vita. Ma i problemi non finiscono mai: il 21 gennaio 2016 la procura di Verona l'ha iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di tentata estorsione ai danni delle sorelle. Il Corriere della sera pubblica il contenuto di due telefonate intercettate, che proverebbero le minacce di morte contro le due donne, Nadia e Laura. Intanto martedì gli è stato notificato, dalla questura di Milano, il foglio di via obbligatorio. Deve lasciare la città altrimenti, per lui, saranno guai.

In entrambi i casi Maso non stava parlando al cellulare con le sorelle, ma con altre due persone. E in entrambi i casi, secondo gli inquirenti, avrebbe manifestato l’intenzione di fare del male alle due sorelle. Minacce "gravi e fondate", secondo gli inquirenti. Intensificata la protezione alle due donne, già avviata da un mese, quando emersero alcuni dettagli su possibili ritorsioni contro di loro: particolare emerso dopo la loro denuncia presentata l’8 gennaio. "L’abbiamo fatto per lui, perché ha bisogno di aiuto. Ma l’ultima intenzione che abbiamo è di danneggiarlo", dissero le sorelle tramite il loro legale. Ma forse Pietro Maso non la pensa così.

"Qualcuno sta cercando di rimettermi in carcere ma galera non mi fa più paura - disse il 28 gennaio al Corriere del Veneto -. Ci sono già passato. La differenza è che stavolta non ho fatto nulla di male". E alla domanda sulle sorelle preferì non rispondere.

A far scattare le nuove indagini sul suo conto, un paio di mesi fa, fu un sms inviato per errore da Maso alla sorella, ma destinato, a quanto pare, a un'altra persona: "Adesso F. (ex amico di Maso, ndr) pensaci bene, domani ti chiamo, e se rispondi bene e fai quello che devi fare, o vengo lì e ti stacco quella testa di c... che hai". Parole che indussero subito le sorelle a muoversi informando le autorità competenti. E Maso, a quanto pare, non l'ha presa bene. Tanto da dire, ad una persona con cui parlava al telefono, questa frase: "Le mie sorelle? Su di loro devo finire il lavoro di 25 anni fa...

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