Cronache

Il nuovo bersaglio dell'Isis: le piattaforme petrolifere in Sicilia

Italia, Malta e Spagna nel mirino dei missili che lo Stato Islamico potrebbe lanciare dalle coste dei paesi africani. Sostieni il reportage

Il nuovo bersaglio dell'Isis: le piattaforme petrolifere in Sicilia

L'Isis avrebbe un nuovo obiettivo. Stavolta nel Mediterraneo. A finire nel mirino dell'organizzazione terroristica sarebbero le piattaforme petrolifere che distano poche miglia dalle coste siciliane. Ed anche le forze armate di Malta- come riferisce il quotidiano The Malta Independent- è in stato di massima allerta per una possibile minaccia terroristica contro l'isola. Malta, infatti, insieme all'Italia e alla Spagna, si legge sul sito The Indipendent, potrebbe essere il bersaglio dei missili che lo Stato Islamico potrebbe lanciare dalle coste dei paesi nordafricani.

Venerdì scorso, il ministro degli Interni maltese Carmelo Abela aveva rassicurato tutti su questa terribile eventualità, dicendo che non c'era alcun motivo di allarme. Ma nuove informazioni ottenute dal quotidiano dell'isola, confermerebbero l'ipotesi di un attacco imminente. Infatti, la scorsa settimana, molti ufficiali dell'esercito di Malta che erano in congedo, sarebbero stati richiamati, mentre agli altri sarebbe stato vietato di prendere congedi dal servizio. I soldati sarebbero stati, inoltre, riforniti di munizioni in dotazione più alta rispetto alla norma. Sempre secondo The Malta Independent, quando il ministro ha negato l'allarme non sarebbe stato pienamente informato della situazione, oppure avrebbe voluto sdrammatizzare il problema in modo da non causare il panico generale. 

E che le piattaforme di petrolio nel Mediterraneo sarebbero un bersagli dell'Isis, lo confermano le parole comandante della Capitaneria di Gela Pietro Carosia: "Abbiamo ricevuto un´ordinanza antiterrorismo - conferma il comandante in un'intervista a Calogero Castaldo del Corriere di Ragusa – ed antintrusione. In ogni caso, esiste già l'ordinanza che obbliga alla distanza di mezzo miglio dalle piattaforme. Per cui noi interveniamo a seconda del rischio. Oggi si chiama Isis, ieri si chiamava Al Qaeda".
Eppure, a vigilare sulle piattaforme, da alcune settimane, ci sono le motovedette delle capitanerie di Pozzallo, Gela e Licata.

Ma l'arrivo nei porti siciliani di migliaia di profughi, non aiuta certo a prevenire un attentato terroristico. Sono quasi 26 mila i migranti sbarcati al porto della città di Pozzallo. Moltissimi avrebbero espresso il desiderio di raggiungere il nord Europa, altri sono stati espulsi dal paese, ma di tantissimi non si ha più traccia.

Ma una cosa è certa: non hanno lasciato l'Italia.

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