Cronache

Il nuovo Iran si presenta alla Fiera di Roma

Italia-Iran, è tempo di affari. La repubblica islamica che vuole dimostrare l'esistenza di un nuovo corso e aprirsi al mondo sceglie Roma e la sua Fiera per una sorta di roadshow in cui illustrare le proprie potenzialità. Si apre infatti domani, dal 22 fino al 26 novembre nella Capitale la prima manifestazione iraniana in un paese occidentale dal lontano 1979

Il nuovo Iran si presenta alla Fiera di Roma

"Perché non venite in Occidente a presentarvi?". L'Iran post-embargo sceglie Roma e l'Italia per presentarsi al mondo. Il teatro della "Iran Presentation Country" o "Iran Solo Exhibition" sarà, da domani fino al 26 novembre, la Fiera di Roma. L'amministratore unico Pietro Piccinetti è, infatti, un pioniere delle relazioni Italia-Iran e grazie ai buoni rapporti con coltiva da anni con il governo di Teheran e con il locale sistema industriale, scalpitante e desideroso di aprirsi al mondo, è riuscito a convincere il governo iraniano a scegliere la Capitale. D'altra parte da quando è caduto l’embargo è partita la grande caccia internazionale all’ investimento in Iran. Germania, Francia, Cina, ma anche Stati Uniti, si stanno muovendo in maniera pesantissima per aggiudicarsi appalti e commesse per quella che si profila come la più grande riapertura di un grande mercato dai tempi della caduta dell’Urss. Le potenzialità sono enormi: si parla di un mercato da 800 miliardi di dollari, attualmente con un Pil pro capite che è la metà di quello italiano. In Iran devono essere realizzati entro il 2020, 80 aeroporti e 3.500 alberghi e l'interesse verso i prodotti italiani è molto forte, dalla raffinazione al mercato del lusso con grande attenzione al trucco femminile. Le imprese italiane hanno continuato a essere presenti in Iran anche nei momenti più bui e l'interscambio tra i due Paesi non si è mai arrestato (1,2 miliardi di dollari nel 2014, ma Sace stima possa salire a 3 miliardi tra il 2016 e il 2018). Ora è il momento delle presentazioni formali.

E per quella che è a tutti gli effetti la prima fiera iraniana fuori dall'Iran, la prima in tutto l'Occidente dal lontano 1979,Teheran sta investendo energie importanti con 140 imprese iraniane interessate a fare affari e firmare accordi di collaborazione con le imprese italiane. Un evento per il quale si stanno mobilitando le Camere di Commercio e le Pmi di tutta Italia e per il quale è altissima anche l’attenzione internazionale. Il via alla manifestazione, che prevede un'area espositiva di oltre 7.000 mq e un fitto programma di incontri B2B e appuntamenti culturali, sarà dato dal ministro iraniano di Industria, Miniere e Commercio Mohammad Reza Nemathzadeh e dal ministro italiano dello Sviluppo economico Carlo Calenda. I partecipanti illustreranno le ragioni e lo spirito di questa iniziativa, le motivazioni della scelta di Roma come palcoscenico internazionale per il nuovo Iran e si soffermeranno sulle enormi opportunità di investimento e partnership che il Paese offre oggi agli investitori italiani nei principali settori economici. L'interscambio Italia-Iran si concentra su settori strategici come meccanica strumentale (57,9%), prodotti chimici (8,4%), metallurgia e prodotti in metallo (7,7%), apparecchi elettrici (5,8%), gomma, plastica, materiali da costruzione (5,3%), farmaceutica (4%), altro (10,9%). "Tra i nostri principali obiettivi - spiega Pietro Piccinetti, amministratore unico di Fiera Roma, responsabile dell'internazionalizzazione di Aefi (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) - vi è quello di mettere in contatto le nostre aziende con realtà in cui c'è sviluppo.

E l'Iran, con i suoi 80milioni di abitanti dei quali il 40% giovani, rappresenta oggi quello che negli anni 2000 sono stati gli Emirati Arabi, un Paese colto, grande produttore di petrolio, gas naturale, prodotti petrolchimici e agro alimentari e con vaste potenzialita' di sviluppo nei settori di servizi e turismo. L'Italia - continua Piccinetti - vanta con l'Iran un rapporto profondo e di vecchia data, come la scelta di Roma per questo storico appuntamento conferma. E questo potrebbe rappresentare un vantaggio importante nella creazione di partnership commerciali forti. Il sistema fieristico italiano - conclude Piccinetti - vuole giocare un ruolo forte in questa partita, proponendosi come testa di ponte per entrare in questo come in altri mercati.

Le Fiere possono davvero rappresentare un passaporto fondamentale per l'internazionalizzazione del made in Italy".

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