Cronache

Occupazioni, le mani del racket sulle case popolari

In aumento le occupazioni abusive di stabili e appartamenti in tutta Italia. E i titolari dei legittimi contratti restano fuori casa

Occupazioni, le mani del racket sulle case popolari

C'è chi si assenta per pochi giorni e tornando si trova chiuso fuori casa. La serratura cambiata, il nome sul citofono cancellato, il proprio appartamento occupato abusivamente. Il fenomeno riguarda in tutta Italia, da Torino a Bari, ed è in continua, preoccupante, espansione: il racket delle occupazioni delle case popolari non conosce crisi e non cessa di mietere vittime tra gli inquilini titolari dei contratti legittimamente stipulati con i vari Comuni.

Come spiega un'inchiesta de La Stampa, il problema si avverte soprattutto nelle grandi città: tra Milano e Roma si contano 15mila occupazioni in totale. Nel 2013 sono state 800 le persone indagate per occupazione abusiva di alloggio. Solo nei primi due mesi dell'anno, nella città ambrosiana sono state contate 166 occupazioni e 123 sgomberi: un saldo fortemente negativo, alla faccia di chi alle case popolari ha diritto, come è sancito dalle graduatorie e da contratti ottenuti magari dopo anni passati in lista d'attesa.

Milano

A inizio 2013, nel capoluogo lombardo erano quasi tremila gli alloggi occupati abusivamente, ripartiti tra Aler e Comune. Ma il dato più preoccupante è che, a fronte di ben 60mila alloggi vuoti in tutta la città, le occupazioni sono aumentate del 20% rispetto nei dodici mesi successivi. Dati che rivelano una verità che ha il sapore dell'ovvio: in molti hanno bisogno di una casa ma in pochissimi possono permettersi di pagare l'affitto.

A sfruttare questa situazione, purtoppo, scendono in campo personaggi senza scrupoli che hanno fatto del fenomeno spontaneo delle occupazioni abusive un vero e proprio racket organizzato.

"Le occupazioni sono in continuo aumento da quattro anni a questa parte - racconta a ilGiornale.it Vittorio Tavolato, consigliere in Zona 6 a Milano - Al 181 di via Lorenteggio, nelle case popolari, ogni giorno arrivavano camper con famiglie in cerca di un'abitazione: i responsabili del racket li facevano entrare occupandosi di sfondare le porte blindate sigillate da Aler e nel camper si trasferiva un'altra famiglia, in attesa del prossimo appartamento."

Roma

Nella Capitale la situazione non è migliore. A Roma i senza casa sono centomila e le case sfitte e invendute circa la metà. La Stampa ha raccolto la testimonianza di Maria Lorenzi: in una casa popolare da quasi trent'anni, la signora si è trovata chiusa fuori dalla sua abitazione dopo si era allontanata per appena due giorni per visitare la madre malata. Dopo tre settimane passate a dormire sul pianerottolo con una coperta prestata dai vicini, è finalmente riuscita a rientrare nel suo appartamento.

Il Comune era riuscito a convincere la famiglia "occupante", una donna con il compagno e due figli, a trasferirsi in una casa famiglia. Molto spesso, però, la soluzione non è così semplice. A Guidonia, in provincia di Roma, gli inquilini delle case popolari sono tutelati addirittura da una guardia privata, nel tentativo di contenere il fenomeno delle occupazioni-lampo.

Bari

Il fenomeno sembra essere prerogativa delle grandi metropoli, ma dalla Puglia arriva una storia che conferma la più classica delle eccezioni alla regola. A Giovinazzo, ventimila abitanti, in provincia di Bari, una signora di ottantaquattro anni è costretta a vivere in un garage da tre mesi e mezzo dopo che il suo appartamento, in un complesso di case popolari, è stato occupato da sconosciuti.

Ricoverata in ospedale per pochi giorni, al ritorno ha trovato la serratura cambiata e la casa inaccessibile.

I carabinieri, racconta sempre il quotidiano torinese, hanno inoltrato la pratica al magistrato competente, ma in attesa che la giustizia faccia il suo corso, l'anziana è chiusa fuori da casa propria e costretta a vivere nel garage.

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