Finale di partita

Oltre le critiche e i numeri, ecco Higuain

Oltre le critiche e i numeri, ecco Higuain

E quindi era grasso, Higuain. O, in alternativa, non si era integrato fino in fondo. Oppure: non gioca come giocava a Napoli. Perché nessuno considera la banale osservazione che un campionato come quello dell'anno scorso non gli capiterà più. Mai più. E allora questo è Higuain: il calciatore che fa i gol che deve fare e li fa quando li deve fare, ovvero nei momenti decisivi. È per questo che la Juventus l'ha comprato ed è questo che sta facendo, nonostante le critiche pretestuose e anche un po' ridicole. Già in quattro occasioni prima di ieri aveva segnato gol decisivi per i tre punti. Ma per chi non fosse ancora convinto è arrivata la partita contro il Torino: quattro palloni buoni e due gol. Il secondo è una giocata perfetta: stop di spalle alla porta, rotazione del corpo, tiro di destro dalla linea dell'area di rigore. Tutto in un tempo minimo, quasi infinitesimale.

Il tempo, ecco. È ciò che rende diverso un campione da un buon calciatore, perché non ci sono giocate migliori di altre e basta, ci sono soprattutto quelle fatte coi tempi giusti. Higuain può non essere tirato a lucido, ma fino a quando avrà tempi di gioco così, potrà gestire anche uno stato di forma non eccellente. Il derby di Torino è racchiuso lì, in fondo. Nel tempo di una giocata, in quel secondo e mezzo in cui l'idea si trasforma in fatto.

Lo stesso tempo in cui la Serie A non ha smesso di avere il suo calciatore più forte.

Commenti