Cronache

Ong e rischio Boko Haram: ecco perché l'immigrazione è già insostenibile

Ecco perché gli altri Paesi non fanno attraccae le Ong e perché l'Italia mette in serio pericolo la sicurezza nazionale sia in relazione al terrorismo che alla criminalità

Ong e rischio Boko Haram: ecco perché l'immigrazione è già insostenibile

Cosa farebbero i francesi o gli spagnoli se navi delle ONG piene di immigrati provassero ad attraccare nei loro porti? Plausibilmente le respingerebbero. Dunque per quale motivo l’Italia non può fare altrettanto?

Una nave che tenta di entrare in acque territoriali estere senza autorizzazione va incontro a tutta una serie di misure che, almeno in teoria, le autorità del paese interessato dovrebbero prendere. Purtroppo però in Italia si resta nella teoria.

Del resto in Italia si è arrivati al ridicolo, con le navi della Guardia Civil spagnola che caricano gli immigrati e li scaricano nei porti italiani invece di riaccompagnarli in Libia, dove erano stati soccorsi.

In poche parole sono le ONG straniere e persino gli altri paesi europei oramai a decidere se andare a raccogliere qualche migliaio di immigrati e portarli in Italia. Dov’è finita dunque la sovranità nazionale Italiana?

Molto discutibile poi la dichiarazione del il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni al vertice della Fao? E cioè che “l'Italia intera è mobilitata nell'accoglienza dei migranti e chiede condivisione in questa opera, necessaria se l'Europa vuole mantenere fede ai propri principi, storia e civiltà e necessaria all'Italia per evitare che la situazione divenga insostenibile e alimenti reazioni ostili nel nostro tessuto sociale che finora ha reagito in modo esemplare dimostrando capacità di accoglienza e coesione".

Le parole di Gentiloni appaiono decisamente lontane dalla realtà, in primis perché sono tantissimi oramai gli italiani esasperati dall’eccessiva presenza di immigrati dei quali solo una piccola percentuale sono “profughi di guerra”.

In secondo luogo perché la situazione è già da tempo diventata insostenibile e a Gentiloni basterebbe fare due passi in Stazione Centrale a Milano, al confine di Ventimiglia o nei pressi della Stazione Centrale di Bologna per rendersene conto.

Il sindaco di Marsiglia, Dominique Tiana, ha espresso in poche parole un concetto che sembra invece così difficile da capire alla sinistra italiana: “Se ogni settimana facessimo entrare navi con centinaia se non migliaia di migranti saremmo nell'incapacità totale di alloggiare queste persone”. Esattamente quello che succede in Italia da anni ormai.

Del resto quando si parla di immigrazione non si può non pensare alle famose parole di Salvatore Buzzi che ben tre anni fa evidenziava come “gli immigrati rendono più della droga”. Non a caso si parla di “business dell’accoglienza”.

Un altro aspetto interessante è il fatto che le ONG coinvolte si rifiutano di far salire agenti di polizia a bordo per verificare la presenza di scafisti o trafficanti e persino di fornire bilanci trasparenti, spalleggiate da certe realtà di sinistra che ritroviamo curiosamente attive proprio nell’accoglienza agli immigrati.

Analizzando alcune mappe che documentano l’attività delle ONG nel Mediterraneo in una fascia temporale che va dal 2014 al 2016, appare chiaro come le loro navi si sono progressivamente spinte sempre più a ridosso delle coste libiche, raccogliendo immigrati in piene acque territoriali di Tripoli e ciò avviene sotto gli occhi di tutti.

E’ poi essenziale ricordare che soltanto una piccolissima parte degli immigrati che arrivano nei porti italiani sono veramente “profughi”. L’Italia si sta infatti riempendo di cittadini nigeriani, bengalesi, marocchini, tunisini, egiziani, pakistani che non provengono certo da zone di guerra. Dunque per quale motivo vengono comunque lasciati entrare? Non dimentichiamo che tra di loro possono nascondersi personaggi della Black Axe (la mafia nigeriana che è tra l’altro aumentata in territorio italiano negli ultimi anni, guarda caso), membri di Boko Haram, dell’Isis (come il caso Anis Amri) e di al-Qaeda, oltre che criminali in fuga dalle carceri dei propri paesi.

Attualmente in Italia non solo non vengono fatti rispettare i principi basilari sulla sovranità delle proprie acque territoriali e dei propri porti, permettendo a chiunque di attraccare con navi piene di “profughi”, ma si sta anche mettendo in serio pericolo la sicurezza nazionale sia in relazione al terrorismo che alla criminalità.

Non è certo un caso che Spagna e Francia si guardano bene dal seguire l’esempio italiano.

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