Cronache

Operazione antimafia a Palermo, sgominata la cosca del boss Profeta

Decine di persone sono scese in strada nel quartiere per salutare e rendere omaggio al boss Salvatore Profeta, circondato dalla polizia che lo stava arrestando

Operazione antimafia a Palermo, sgominata la cosca del boss Profeta

Con l'operazione "Stirpe" gli investigatori della squadra mobile diretti da Rodolfo Ruperti, hanno individuato a Palermo il vertice di un segmento significativo di Cosa Nostra, che ancora oggi le investigazioni hanno dimostrato essere legato a rituali di affiliazione arcaici.

Nel corso dell'operazione antimafia della polizia di Stato in atto sin dalle prime luci dell'alba di oggi, è stato arrestato Salvatore Profeta, capo della famiglia di Santa Maria di Gesù. Il boss mafioso, indicato da alcuni collaboratori di giustizia come "uomo d'onore", già destinatario di numerose condanne per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Venne arrestato per la strage di via d'Amelio e scarcerato a ottobre del 2011 a seguito della revisione del processo.

Non appena rimesso in libertà, Salvatore Profeta ha ripreso le redini del mandamento mafioso. La sua posizione di comando è stata riconosciuta incondizionatamente sin da subito anche da altri esponenti mafiosi di spicco che in diverse occasioni si sono sottoposti al rito del bacio in fronte dispensato dal capofamiglia. Agli arrestati di oggi vengono contestati i reati di associazione mafiosa, estorsione e rapina.

Le manette sono scattate anche per alcuni stretti congiunti del boss Profeta, i quali "non appena quest'ultimo è tornato in libertà, si sono messi a disposizione dello stesso nella gestione degli affari della consorteria mafiosa", dicono gli investigatori. Il provvedimento è stato eseguito anche nei confronti di Rosario e Antonino Profeta, nipote e figlio del boss, "rispettivamente impegnati nella gestione delle attività imprenditoriali e nelle estorsioni della consorteria mafiosa". Oltre ai familiari, i provvedimenti cautelari sono stati eseguiti anche nei confronti di Francesco Pedalino, Giuseppe Galati e Antonino Palumbo, "impegnati, per conto della famiglia, nel controllo della zona di via Oreto".

Uno dei retroscena emersi durante le indagini ha svelato come nel 2012 la processione della "Madonna dormiente" per le strade del quartiere Guadagna del capolouogo siciliano deviò il percorso per sostare sotto l'abitazione del boss Salvatore Profeta. Il corteo religioso si fermò, come raccontano gli investigatori, e deviò la processione dalla strada principale per la via in cui abita il boss arrestato oggi. "I portatori della vara appartenenti alla confraternita erano seguiti dalla banda e tutti insieme hanno deviato il percorso pur di fare l'inchino davanti all'abitazione di Profesta che era stato scarcerato da poco", dicono oggi gli inquirenti. "Poi è stata invertita la direzione e il corteo ha ripreso il cammino".

Durante l'operazione antimafia, decine di persone sono scese in strada nel quartiere per salutare e rendere omaggio al boss Salvatore Profeta, circondato dalla polizia che lo stava arrestando. Una "processione" che ha ostacolato movimenti degli agenti della Mobile, come ha sottolineato il capo della Mobile, Rodolfo Ruperti.

Leonardo Agueci, Procuratore aggiunto di Palermo, che ha coordinato l'inchiesta dell'operazione che ha smantellato la cosca, ha raccontato: "Salvatore Profeta era il Padrino della Guadagna di Palermo. Veniva circondato dai questuanti proprio come accade nel film di Coppola con don Vito Corleone. Abbiamo scoperto che, nonostante tutti i discorsi che facciamo sulla mafia in evoluzione, esiste ancora in alcune zone di Palermo la mafia tradizionale, con il Padrino che governa il territorio di sua competenza, un rapporto di gestione del potere nel territorio", dice.

Agueci paragona quindi Profeta, scarcerato nel 2011 dopo essere stato scagionato di avere fatto parte della strage Borsellino, al Padrino: "Da alcune immagini registrate durante le indagini - spiega -è emerso proprio che Profeta, come don Vito Corleone, riceveva i postulanti, e li riceveva nel centro della piazza Guadgana. Dopo la scarcerazione ha ripreso il controllo della zona, facendo il padrino, gestendo l'estorsione e il traffico di droga. Esiste ancora la mafia tradizionale e l'inchiesta di oggi è la conferma.

Ci sono zone particolari dove la presenza della mafia è particolarmente forte e compenetrata".

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