Cronache

Orlandi, nella tomba le ossa di De Pedis e resti di altre persone

Aperto il loculo nella chiesa di Sant'Apollinare: il corpo nella bara è del boss della Magliana. Ritrovate anche ossa diverse: gallery - video

Orlandi, nella tomba le ossa di De Pedis e resti di altre persone

Ispezione alla basilica di Sant’Apollinare (guarda la gallery). Si cerca nella cripta dove si trova la tomba del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis. L’atto istruttorio si svolge in accordo tra il Vaticano e la procura nell’ambito dell’inchiesta del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Simona Maisto sulla scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, avvenuta in circostanze ancora misteriose il 22 giugno del 1983 all’età di quindici anni (guarda il video). I resti contenuti sono proprio quelli dell'ex boss della banda della Magliana: l'identificazione è stata possibile attraverso le impronte digitali, visto che il corpo era in buono stato di conservazione. Oltre alle ossa di De Pedis è stata trovata, vicino alla bara, una cassetta con altri resti che potrebbero non appartenere al boss.

A collegare la scomparsa della ragazza con De Pedis fu una telefonata giunta nel settembre 2005 alla redazione della trasmissione televisiva Chi l’ha visto?. "Riguardo al fatto di Emanuela Orlandi - disse - per trovare la soluzione del caso, andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare e del favore che Renatino fece al cardinal Poletti, all’epoca". Due anni fa Capaldo fece un sopralluogo nella cripta. Una visita che fu organizzata informalmente dopo l’audizione, quale persona informata sui fatti, di Pedro Huidobro attuale rettore della basilica che collaborò all’iniziativa. Esaminando la cripta è emerso come al suo interno sia sepolto, in una piccola stanza con porta autonoma le cui chiavi sono in possesso solo del rettore e di Carla Di Giovanni, vedova di De Pedis. Una tomba costruita in modo analogo a quelle papali, proprio da uno dei marmisti che lavorò per la Santa Sede. Oltre a ciò, nella cripta, vi è un ossario all'interno del quale sono posti, senza alcuna indicazione o identificazione, gli scheletri di soggetti che in precedenza erano depositati criterio nello spazio sottostante la basilica i cui cunicoli, ora chiusi, permettono di raggiungere la scuola di musica frequentata da Emanuela.

Il boss della banda della Magliana fu ucciso il 2 febbraio del 1990 in un regolamento di conti a Campo dè Fiori. Sepolto inizialmente al cimitero del Verano in un loculo di famiglia, la vedova riuscì a farne tumulare la salma nella basilica di Sant’Apollinare grazie al via libera dell’allora arcivescovo vicario di Roma, Ugo Poletti, ottenuto anche in relazione ad una dichiarazione scritta di monsignor Pietro Vergari, anch’egli già sentito dagli inquirenti. Allo stato nell’ambito di questa inchiesta risultano infatti indagati Sergio Virtù, Angelo Cassani detto "Ciletto" e Gianfranco Cerboni detto "Gigetto". Tutti soggetti che hanno fatto parte del gruppo che ha infiammato la capitale tra gli anni Settanta e Ottanta. Gli indagati sono stati individuati sulla base di una serie di riscontri oltre che dalle dichiarazioni di pentiti della banda della Magliana.

Tutto ripartì da dichiarazioni rese in diversi momenti da Sabrina Minardi, ex compagna per un periodo di Renatino.

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