Cronache

Ostia, le vittime non si costituiscono parte civile contro gli Spada

A Ostia nessuna delle quindici vittime delle violenze del clan Spada si è presentata alla prima udienza del processo in corte d'assise o ha fatto richiesta di costituirsi parte civile

 Ostia, le vittime non si costituiscono parte civile contro gli Spada

Nessuna delle quindici vittime delle violenze del clan Spada si è presentata alla prima udienza del processo in corte d'assise o ha fatto richiesta di costituirsi parte civile. Un fatto che, secondo la Procura di Roma, è indicativo del clima di paura che ancora si registra tra gli abitanti di Ostia.

I pm della Dda Mario Palazzi e Ilaria Calò hanno detto chiaramente che: "Permangono gravi problemi di sicurezza legati a un contesto criminale mai placato”. Si sono costituiti parte civile, invece, Comune di Roma, Regione Lazio, Associazione Antonino Caponnetto, Libera e Ambulatorio Antiusura onlus, saranno parte civile nel maxi processo al clan Spada ma, nell'aula bunker di Rebibbia. La maggior parte dei 24 imputati risponde del reato di associazione di stampo mafioso e quindi, secondo i pm, necessita di essere sottoposto a un regime di alta sorveglianza. Il processo contro l’organizzazione di Carmine e Roberto Spada arriva dopo oltre due anni di indagini. Carmine, detto Romoletto, viene indicato come"promotore e vertice dell'organizzazione, responsabile di impartire ordini e direttive in ordine al controllo del territorio, ai fatti di sangue, alla gestione delle attività delittuose di estorsione, usura, traffico di stupefacenti e detenzione e porto di armi da sparo nonché del controllo delle attività economiche di balneazione, ristorazione e delle sale giochi nel litorale di Ostia gestite o direttamente o tramite prestanome dall'organizzazione"

Tra i reati contestati agli imputati ci sono anche: l'omicidio, l'estorsione, l'usura, la detenzione e porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, traffico di stupefacenti, l'attribuzione fittizia di beni e l'acquisizione, in modo diretto e indiretto, della gestione e il controllo di attività economiche, e appalti legati a stabilimenti balneari, sale giochi e negozi. Nello specifico i fratelli Spada sono anche ritenuti mandanti degli omicidi di Giovanni Galleoni (detto Baficchio) e Francesco Antonini (Sorcanera), uccisi nel novembre del 2011 a Ostia. Secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio questo duplice omicidio a segnare "l'inesorabile ascesa al potere del clan Spada il cui prestigio criminale vede una progressiva crescita in forza dell'alleanza con l´organizzazione facente capo alla famiglia Fasciani e in concomitanza con l'indebolimento della famiglia dei 'Baficchiò (Galleone - Cardoni)". L'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, affonda le sue radici in inchieste precedenti, e fa emergere un serie di legami tra Spada e Fasciani e la violenza di un gruppo che per anni ha sottomesso con agguati e intimidazioni il litorale laziale di Ostia. Ed è soprattutto per questo motivo che Gianpiero Cioffredi, presidente Osservatorio Sicurezza e Legalità Regione Lazio, ha espresso con un tweet la sua amarezza: "Rattrista – scrive- che le associazioni di rappresentanza di Ostia e le vittime non si siano costituite parte civile contro il clan #Spada. C'è tanto da lavorare per combattere l'omertà".

Intanto la prossima udienza è stata fissata per il 15 giugno.

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