Cronache

Marocchino entra in casa della fidanzata e la massacra di botte: arrestato

Dopo l’ennesima lite, un marocchino entra con la forza nella casa della sua fidanzata 18enne e la massacra con pugni e schiaffi. Le violenze andavano avanti da tempo

Marocchino entra in casa della fidanzata e la massacra di botte: arrestato

Buttato fuori di casa dopo l’ennesimo litigio, un marocchino rompe una finestra a sassate, rientra nell’abitazione e picchia brutalmente la sua fidanzata di appena 18 anni. Il nuovo episodio di violenza su una donna si è consumato all’alba di domenica nell’abitazione della giovane in Riviera Albertino Mussato, nel centro storico di Padova.

Secondo quanto ricostruito, la coppia ha un’accesa discussione, probabilmente scaturita per motivi di gelosia, che ben presto degenera tanto che tra i due giovani iniziano a volare pesanti insulti. La ragazza, stremata dalla situazione, riesce a sbattere fuori dal suo appartamento l’ossessivo e prepotente compagno.

Il nordafricano, però, non accetta quell’atto di ribellione della donna e così, una volta in strada, raccoglie un sasso e lo scaglia contro una finestra al primo piano, mandando in frantumi il vetro.

Lo straniero non si accontenta del danno materiale provocato alla sua fidanzata. Ormai sennza più freni, l'extracomunitario si arrampica sul muro e torna in casa dove dà sfogo alla sua ira colpendo la giovane con violenti pugni e schiaffi.

Nonostante le percosse subite e lo stato di choc, la vittima riesce ad afferrare il telefono ed allerta il 112. Alle 6:10, una pattuglia del Nucleo radiomobile dei carabinieri giunge sul luogo teatro della violenza ed arresta il ragazzo con le accuse di violenza privata, violazione di domicilio e maltrattamenti. Dagli accertamenti è risultato che la persona fermata è T. T., un marocchino di 23 anni con diversi precedenti penali.

Ormai al sicuro, la donna racconta ai militari la sua travagliata storia d'amore contrassegnata da maltrattamenti fisici e psicologici che andavano avanti da tempo e che, per paura, non aveva mai denunciato.

Almeno fino all’alba domenica quando gli uomini dell’Arma hanno posto fine al suo incubo.

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