Cronache

Mensa vietata ai panini. Arriva la prima denuncia

Una mamma di una bambina celiaca di una scuola di Torino ha denunciato la preside perché sua figlia ha pranzato in un'aula separata soltanto perché si era portata il panino da casa

Mensa vietata ai panini. Arriva la prima denuncia

La battaglia per il panino libero nelle scuole finisce in tribunale. Una mamma di una bambina della scuola ‘Santorre di Santarosa’ di Torino ha denunciato la preside, Rosaria Genovese, perché sua figlia ha pranzato, con altri bambini, in un’aula separata.

La preside non ha consentito che mangiasse in mensa perché la bambina si era portata il panino da casa ma la mamma, al quotidiano La Stampa, ha detto: “Ho un’ordinanza che afferma il diritto al pasto da casa, mangiando con tutti gli altri senza discriminazioni”. La donna, madre di una bambina che oltretutto è celiaca, è uno dei genitori che hanno vinto il ricorso d’urgenza contro la decisione del ministero di far valere il diritto solo per le 58 famiglie che avevano fatto causa. “Questa storia del rischio di contaminazioni è una grandissima bufala - tuona spiega la donna -: mia figlia, che segue una dieta speciale, ha sempre mangiato accanto agli altri sia alla materna sia alle elementari. Il dovere della vigilanza le insegnanti ce l’hanno già. L’importante è collaborare, educando i bambini a determinate regole, prima fra tutte non scambiarsi il cibo”.

Ma la preside, dal canto suo, ha soltanto fatto eseguire lo stop imposto lunedì dall’assessorato ai Servizi educativi. Finora questa è la prima denuncia, ma altri genitori si stanno organizzando con il gruppo Facebook Caro Mensa e varie chat. Secondo l’avvocato Giorgio Vecchione, legale dei ricorrenti, “tutta questa storia è solo molto triste, per il tradimento della scuola a danno dei bambini che dovrebbero essere tutelati, e invece sono buttati nella mischia per ragioni apparentemente ignote”. “Resta un mistero - aggiunge - la posizione di Manca, dell’Ufficio scolastico regionale, la cui ultima comunicazione formale risale a luglio, quando limitava lo scontro a solo 58 famiglie”. La mamma, inoltre, contesta la qualità del cibo e delle diete diversificate per gli allergici. “Se già il pasto normale è discutibile, le diete sono schifose - dice la donna - perché ai bambini è servita una monoporzione che, non potendo essere mantenuta in temperatura, viene abbattuta e poi scaldata a scuola nel microonde. Il risultato è carne durissima, pane umido e pasta che è un blocco unico. Io ho altri figli e, anche se la mensa è cara, ho sempre pagato di buon grado.

Ma quando ho iniziato a buttare i soldi perché la bambina tornava digiuna, ho detto basta”.

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