Cronache

Il Papa all'Ilva di Genova: "Non reddito ma lavoro per tutti"

Bergoglio all'Ilva di Genova. Poi in cattedrale prega per i copti: "Uccisi perché non volevano rinnegare la loro fede"

Il Papa all'Ilva di Genova: "Non reddito ma lavoro per tutti"

Papa Francesco visita lo stabilimento Ilva di Genova e cita l'articolo 1 della Costituzione italiana: "Il lavoro è amico dell'uomo e l'uomo è amico del lavoro e per questo non è facile conoscerlo come nemico perché si presenta come persona di casa anche quando ci colpisce e ci ferisce. Uomini e donne si nutrono con il lavoro, col lavoro sono unti da dignità. Per questa ragione attorno al lavoro si edifica il patto sociale perché quando non si lavora o si lavoro poco, male, o troppo è la democrazia che entra in crisi. E' tutto il patto sociale anche questo è il senso dell'art. 1 della Costituzione italiana che è molto bello: 'L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro'".

Bergoglio prosegue affermando che "togliere il lavoro alla gente o sfruttare la gente con il lavoro indegno o malpagato è anticostituzionale. Se non fosse fondata sul lavoro, l'Italia non sarebbe una democrazia". Da qui il monito: "Guardare con responsabilità alle trasformazioni tecnologiche e non rassegnarsi alle ideologie. Deve essere chiaro che senza lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti".

Il pontefice sottolinea poi che il lavoro è dignità: "Voi sapete la percentuale di giovani dai 25 anni in giù che ci sono in Italia? Non lo dirò, cercate le statistiche. Questi giovani crescono senza dignità perché non sono unti dal lavoro che è quello che dà la dignità. La domanda è questa: un assegno statale, mensile che ti faccia portare avanti una famiglia non risolve il problema. Il problema va risolto con il lavoro per tutti". Bergoglio esorta a "cambiare visione se vogliamo il bene dell'impresa, dei lavoratori e dell'economia: altro valore che è disvalore è la tanto osannata meritocrazia, ma viene strumentalizzata e snaturata. La meritocrazia sta diventando una legittimazione etica della diseguaglianza".

"Gli imprenditori onesti e i lavoratori stiano attenti con gli speculatori e anche con le leggi che qualche volta li favoriscono". E ancora: "Non c’è buona economia se non ci sono buoni imprenditori che hanno responsabilità per le persone e per l’amnbiente. Bisogna temere gli speculagori e non gli imprenditori, che ce ne sono tanti bravi, ma certe volte il sistema politico sembra incoraggiare chi specula sul lavoro, e non chi crede nel lavoro, partendo dall’ipotesi che gli imprenditori siano speculatori, mentre proprio questi ultimi trovano i mezzi per eludere i controlli. Regolamenti e leggi pensate per i disonesti finiscono per penalizzare gli onesti e ce ne sono tanti e sono i più svantaggiati da queste politiche", ha osservato il Papa citando Luigi Einaudi che disse: "Milioni di individui lavorano e producono nonostante tutto quanto possiamo inventare per molestarli, è una vocazione che li spinge non solo la sete di guadagno". Secondo Francesco, "con la speculazione l’economia perde molto e perde i volti: è un’economia astratta, non si vedono le persone da licenziare, da tagliare. Diventa un’economia spietata e senza volto. Il vero imprenditore - ha detto ancora Francesco - conosce i suoi lavoratori perché lavora con loro, accanto a loro, deve essere prima di tutto un lavoratore. Se non ha esperienza del lavoro, se non condivide la fatica, non è un buon imprenditore. Se quando deve licenziare qualcuno è sempre una scelta dolrosa e non lo farebbe se potesse. Nessun buon imprenditore ama licenziare la gente. Il lavoro è una priorità umana, e cristiana pertanto è priorità del Papa".

Dopo il dialogo con il mondo del lavoro il Papa incontro i vescovi, il clero, i seminaristi e i religiosi della Liguria, insieme ai rappresentanti di altre confessioni nella cattedrale di San Lorenzo. Dopo il saluto del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, Bergoglio risponde ad alcune domande che gli vengono rivolte.

Ma prima di iniziare il dialogo Francesco dedica una preghiera ai copti uccisi ieri in Egitto, bambini compresi: "Preghiamo per i copti egiziani uccisi perché non volevano rinnegare la fede".

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