Cronache

Il Papa antiabortista imbarazza i progressisti

L'accoglienza alle frontiere della vita. Non ai migranti esausti scesi dai barconi che solleticano il politicamente corretto, ma alle creaturine che aspettano la vita nella pancia (...)

(...) della mamma. Papa Bergoglio, che a dispetto di mille analisi non è né progressista né conservatore perché giudica il mondo con gli occhi limpidi del Vangelo, scaglia parole durissime contro l'aborto. «Non è giusto - spiega all'udienza generale del mercoledì -. È come affittare un sicario per risolvere un problema». Tutta l'ideologia del Papa schierato a sinistra va in pezzi come un cristallo. O meglio, il Papa sta con gli ultimi e gli ultimi possono essere i profughi che sbarcano sulle nostre spiagge, gli anziani ammalati, le creaturine che si affacciano alla vita. Messaggio vertiginoso e trasversale, come quello di Gesù Cristo che bacchettava tutti quelli che avevano una rendita di posizione da difendere, piccola o grande che fosse, e apriva alla vita con una forza cosi dirompente che alla fine lo misero in croce. Disturbava Nostro Signore. E disturba pure Bergoglio perché è il cristianesimo che disturba. Scompone le categorie, fa a pezzi gli schemi e gli stereotipi, affida la salvezza a un uomo vissuto duemila anni fa ma sempre attuale. Anzi, sempre presente. Allora come oggi, perché altrimenti il cristianesimo sarebbe una pietra fossile mentre è una bussola nello spaesamento generale di oggi. Una parte dell'intellighenzia ha beatificato Francesco a furor di popolo per certi suoi toni, comportamenti anticonformisti e terzomondisti, altri l'hanno inserito nel girone dei traditori che avrebbero stravolto il magistero. In generale, per anni è andato avanti un giochino facile a ritagliare certe frasi, certi discorsi, certe uscite sacrosante contro l'egoismo dei popoli, contro i muri, contro tutte le forme più sottili di xenofobia. Chi ha fatto un tratto di strada con Bergoglio dev'essere rimasto di sasso nell'ascoltare questa requisitoria senza ipocrisie e toni felpati in difesa dei santi innocenti, ma il pensiero di Francesco viene da duemila anni di storia, non si adatta alle mode, è irriducibile al mondo e alle sue logiche. Qualche volta l'applauso parte da destra, qualche volta, qualche volta in più in questo pontificato, dalla parte opposta, ma il Papa scontenta gli uni e gli altri, spronando tutti a cambiare. Quando evoca i temi della solidarietà, Bergoglio riceve le lodi sperticate della gauche che considera l'integrazione un elegante gioco di società e non una lunga marcia con la fatica e il disagio come compagni di viaggio. Quando invece tocca le corde della vita, gli stessi profeti del dialogo multifacile si irrigidiscono e fingono di non sentire, fanno scattare la censura, ma Bergoglio come chi l'ha preceduto non fa sconti. Nemmeno sull'aborto terapeutico, che la società tutta ammette di fatto senza problemi. Mesi fa, nel disinteresse generale, aveva detto che siamo come i nazisti, nazisti con i guanti bianchi, e per vivere comodi e larghi eliminiamo i più deboli. Ma per il cristiano un esserino di un millimetro è un mistero infinito e inviolabile, come ciascuno di noi, è come un vecchio rimbambito, inchiodato nel suo letto. È uno scandalo per la nostra coscienza. Ma è così da duemila anni. E sarà sempre così.

Stefano Zurlo

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