Cronache

Il Papa parla ai terremotati: "In mezzo alla distruzione non sarete mai lasciati soli"

Il Santo Padre a Rovereto di Novi, uno dei comuni più colpiti dal terremoto che ha messo in ginocchio l'Emilia: "Volevo venire di persona in mezzo a voi"

Il Papa parla ai terremotati: "In mezzo alla distruzione non sarete mai lasciati soli"

"La situazione che state vivendo ha messo in luce un aspetto che vorrei fosse ben presente nel vostro cuore: non siete e non sarete soli". Il papa Benedetto XVI si è rivolto con commozione alle migliaia di persone presenti al campo sportivo di Rovereto di Novi, uno dei comuni più colpiti dal terremoto che ha messo in ginocchio l'Emilia. "In questi giorni, in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi - ha detto il Papa rivolto alla folla - avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimervi vicinanza, solidarietà, affetto. E questo attraverso tanti segni e aiuti concreti".

Il Santo Padre ha portato una sentita preghiera in Emilia. Una preghiera per le vittime del terremoto, una preghiera per tutti gli sfollati che hanno visto la propria casa crollare in macerie, una preghiera per tutte quelle persone che ancora oggi soffrono a causa del sisma in Emilia. La vicinanza di Bendetto XVI nei confronti dei terremotati era già arrivata con un aiuto concreto: lo scorso 3 maggio il Papa aveva, infatti, devoluto alle zone del Nord Italia colpite dal sisma i 500mila euro raccolti durante il VII Incontro mondiale delle famiglie grazie alle offerte di partecipanti. "La mia presenza in mezzo a voi - ha spiegato il Pontefice - vuole essere uno di questi segni di amore e di speranza". Guardando le terre distrutte dal terremoto, Benedetto XVI ha provato una profonda commozione davanti a tante ferite, ma ha siconosciuto anche tante mani che le vogliono curare insieme a voi: "Ho visto che la vita ricomincia, vuole ricominciare con forza e coraggio, e questo è il segno più bello e luminoso". Fin dai primi giorni del sisma che ha colpito l'Emilia, il Papa è stato sempre vicino ai terremotati e agli sfollati con la preghiera: "Ma quando ho visto che la prova era diventata più dura, ho sentito in modo sempre più forte il bisogno di venire di persona in mezzo a voi. E ringrazio il Signore che me lo ha concesso".

Citando il Salmo 46, Benedetto XVI ha ricordato che "Dio è per noi rifugio e fortezza, non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti". "Ho letto queste parole innumerevoli volte - ha spiegato il Santo Padre - eppure in certi momenti, come questo, esse colpiscono fortemente, perchè toccano sul vivo, danno voce a un’esperienza che adesso voi state vivendo, e che tutti quelli che pregano condividono". Parole che colpiscono non soltanto perché usano l’immagine del terremoto, ma soprattutto per ciò che affermano riguardo all'atteggiamento interiore dell'uomo dinnanzi allo sconvolgimento della natura. Un atteggiamento che il Santo Padre dice essere di "grande sicurezza, basata sulla roccia stabile, irremovibile che è Dio". Da qui l'appello del Pontefice a tutti i presenti e la preghiera per tutti i terremotati: "Queste parole - ha quindi concluso Benedetto XVI - sembrano in contrasto con la paura che inevitabilmente si prova dopo un’esperienza come quella che voi avete vissuto. Una reazione immediata, che può imprimersi più profondamente, se il fenomeno si prolunga.

Ma, in realtà, il Salmo non si riferisce a questo tipo di paura, e la sicurezza che afferma non è quella di super-uomini che non sono toccati dai sentimenti normali".

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