Cronache

Il parroco scrive un post a favore di Mattarella. E i grillini annullano l'incontro

L'episodio si è verificato a Brusciano, in provincia di Napoli. Si scatena la polemica sui social. I 5 Stelle: "Prete politicizzato". Il sacerdote: "Rispettare le istituzioni"

Il parroco scrive un post a favore di Mattarella. E i grillini annullano l'incontro

Dovevano incontrarsi per discutere di politiche sociali e famiglia, in vista delle prossime elezioni comunali. Il gruppo locale del Movimento cinque stelle aveva avanzato informalmente la richiesta al parroco della città. Ma stamattina i pentastellati, di punto in bianco, hanno depennato l’impegno dal calendario degl appuntamenti. Il motivo? Un post del sacerdote a favore di Mattarella: “Onore al presidente della Repubblica”, ha scritto ieri sera don Salvatore Purcaro sul suo profilo personale di Facebook, e ha allegato due foto con Sergio Mattarella nell’attentato in cui nel 1980 a Palermo il fratello Piersanti rimase vittima della mafia.

Teatro della bizzarra vicenda è il comune di Brusciano. Nel piccolo paese situato nella provincia a nord est di Napoli, il prossimo 10 giugno si andrà al voto per eleggere il nuovo sindaco. I 5 stelle si sono presentati agli elettori con una lista di 13 candidati e dovranno competere con altre 4 formazioni politiche. Nello stilare il programma i pentastellati bruscianesi avevano deciso di coinvolgere, tra i vari attori sociali interpellati, anche Don Salvatore Purcaro, che si occupa di gestire le quattro chiese presenti sul territorio. Ma la posizione assunta pubblicamente dal prelato non è piaciuta ai grillini che nella notte passata hanno così motivato la decisione di annullare l’incontro: “Viste le ultime esternazioni di Don Salvatore Purcaro, l'attore sociale è diventato attore politico, ciò detto non abbiamo intenzione di incontrare un'altra forza politica, annulliamo, per questo motivo, l'incontro”. A chi ha espresso perplessità rispetto alla decisione presa, hanno così replicato: “Non abbiamo mosso critiche al suo pensiero, legittimo o meno, semplicemente crediamo che con questa uscita il suo ministero risulti, in questo momento, politicizzato e il nostro incontro non abbia, al momento, più senso di esistere”. Una scelta necessaria, per i pentastellati bruscianesi, “In questo momento di campagna elettorale, con molti fedeli come candidati consiglieri e molti altri che devono votare, con un atto apertamente ostile alla forza politica che rappresentiamo”.

Dal canto suo il parroco ieri ha così chiarito il suo post: “A seguito della dichiarazione del Presidente della Repubblica i social sono impazzati di affermazioni tipo ‘Mattarella mafioso’. Compito di un sacerdote è quello di ricordare ai giovani che deve accompagnare a rispettare le istituzioni perché sono garanti della democrazia. Ho pertanto richiamato il vissuto biografico di Mattarella con la foto del fratello ucciso dalla mafia perché di Mattarella anche in un altro post che ho pubblicato, mi piace richiamare il suo profilo anche personale, per sottolineare che ci sono modelli che ci aiutano a riflettere. Le foto da me pubblicate nel post avevano lo scopo di dire: guardate che chi ha avuto tra le mani il fratello ucciso dalla mafia non può essere un mafioso. Onorare il Capo dello Stato non può essere frainteso come scendere nel dibattito politico né nazionale, né locale. Il Capo dello Stato non è un politico con il quale ci si schiera. La Chiesa da sempre ha chiesto a noi sacerdoti di educare il popolo di Dio a rispettare e a pregare per il Presidente della Repubblica ne è segno un formulario liturgico che c’è nel messale. Moderiamo i toni, educhiamo i giovani a crescere nel rispetto delle istituzioni”

Una sfilza di commenti sono arrivati al parroco. C’è chi ha definito, il suo, un “post di pessimo gusto”, chi l’ha appoggiato e chi ha ricordato dell'episodio che a febbraio scorso creò scalpore a pochi chilometri di distanza, a Pomigliano d’Arco, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche. In quel caso, due sacerdoti, Don Peppino Gambardella e Don Mimmo Iervolino, sostennero apertamente il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, che aspirava a diventare premier. I prelati si presentarono al palazzetto dello sport dove si tenne il comizio e furono fotografati mentre sventolavano cartelli per Di Maio. Furono criticati duramente dagli esponenti locali dei partiti coalizzati di Centrodestra. I pentastellati parlarono di “attacchi”, di “macchina del fango”, ed espressero solidarietà ai sacerdoti presi di mira.

Ma nel frattempo, evidentemente, avranno cambiato idea sulla libertà di espressione dei sacerdoti.

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