Cronache

Parrucchieri, colf, pony express: i lavori che non conoscono la crisi

Uno studio mette in luce quali professioni abbiano tenuto e quali invece abbiano subito contrazioni negli ultimi anni. Male ragionieri, amministratori di piccole imprese, muratori

Parrucchieri, colf, pony express: i lavori che non conoscono la crisi

Alcuni lavori non conoscono la crisi. Lo sottolinea uno studio realizzato dall'Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre (Cgia), che ha realizzato una graduatoria delle occupazioni che tra il 2008 e il 2013 hanno conosciuto una crescita e di quelle che invece faticano di più.

Le professioni in cui si sono registrati aumenti in questi anni? Estetisti, parrucchieri, colf, badanti, camerieri, magazzinieri e pony express. La situazione non è altrettanto felice invece per i ragionieri, gli amministratori delle piccole imprese, i muratori, i carpentieri, i ponteggiatori, i falegnami, occupazioni in cui si registrano contrazioni piuttosto forti.

Tra estetisti, parrucchieri, colf e badanti l'aumento in termini assoluti è stato di 314mila unità, pari al +71,7%. 251.500 (+31,5%) i posti in più per i camerieri e 125.600 (+43,2%) per i magazzinieri e i pony express. Anche per cuochi, baristi e ristoratori le cose non vanno malissimo ma queste professioni restano fuori dal podio. Il settore ha comunque dato lavoro a 123.500 persone in più negli ultimi anni. Pari a 76mila unità (+182,4%) le occupazioni guadagnate da attività legate a guardiania e vigilanti.

A facilitare la creazione di nuovi posti nei campi di immagine ed estetica, secondo il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, è la "scoperta di nuovi ambiti lavorativi racchiusi tra i campi dell’estetica e dell’immagine e quelli della salute". La crisi ha portato inoltre molte italiane ad accettare lavoro come colf e badanti, professioni in cui la componente straniera resta comunque molto forte (80%).

La professione su cui la crisi si è fatta sentire con più forza è invece quella dei ragionieri, calati di 441mila unità (-40,1%). Una forte riduzione anche nel numeri di occupati come imprenditori e amministratori delle piccole imprese, scesi di 215mila unità (-38,4%).

La crisi dell'edilizia si è fatta sentire per muratori, carpentieri e ponteggiatori. Si sono persi 177mila posti di lavori, un calo del 24,7%. Flessione anche per artigiani e operai del legno, del tessile e dell'abbigliamento, che perdono 109mila unità (-23,9%).

La contrazione riguarda anche gli insegnanti delle scuole secondarie e post-secondarie (meno 101mila unità) e le forze di polizia, vigli urbani e vigili del fuoco (diminuiti di di oltre 97mila).

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