Sgarbi quotidiani

La patente del vietatore

La patente del vietatore

Ci risiamo. Ci mancava solo Toninelli, con quella faccia obliqua e sinistra. La campagna moralistica continua: occorrono diktat per salvare la vita a persone adulte, naturalmente immature e incapaci di intendere e di volere: «Ritirare la patente a chi usa il cellulare». La prossima volta sarà: «Ritirare la patente a chi fa conversazione con il compagno di viaggio». «Vietato parlare». Forse Toninelli non è stato informato che, da circa vent'anni, i telefoni cellulari hanno il vivavoce: non devi quindi tenerli in mano e, nelle automobili, la voce può essere diffusa esattamente come la musica della radio. Io ho ricevuto migliaia di telefonate divertenti facendo ascoltare le conversazioni con i miei interlocutori ai compagni di viaggio. Occorrerà dirgli, se non lo ricorda, che anche una bella donna, a fianco del posto di guida, procura distrazioni. Non parliamo dei baci e di altre effusioni. Attendo un'altra minaccia: «Ritirare la patente a chi viaggia con un'amica», o se è omosessuale «con un amico». Con tutte queste limitazioni potremmo dire: «Ritirare la patente prima di darla e lasciarla soltanto a chi non guida». Toninelli è un fine psicologo; prima di lui si poteva pensare che gli uomini fossero schiavi di abitudini ataviche come bere, mangiare, prendere il sole. Oggi da lui sappiamo che l'uso dello smartphone alla guida è un «fenomeno gravissimo, perché ha a che fare con le nostre abitudini più radicate». Se non accosti «vietato fare l'amore in automobile».

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