Cronache

Pensioni, la Corte europea dei diritti umani respinge il ricorso contro lo stop alla perequazione

Respinto il ricorso presentato da 10.059 pensionati italiani contro il decreto Poletti (2015) sulla perequazione delle pensioni dal 2012. Secondo i giudici di Strasburgo le decisioni del governo non hanno violato i diritti dei pensionati

Da Wikipedia
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Brutta notizia per molti pensionati italiani. che si sono battuti contro il decreto Poletti del maggio 2015, sulla perequazione delle pensioni per il 2012 e 2013. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha definito "irricevibile" il ricorso presentato da 10.059 cittadini italiani, ritenendo che il decreto non abbia violato i diritti dei pensionati. Nelle motivazoni si legge che "la misura controversa non sembra avere avuto un impatto significativo per gli anni in questione: per il 2012 l’impatto negativo delle disposizioni criticate, che è nullo per le pensioni inferiori a circa 1.500 euro, sale al 2,7% per le pensioni di oltre 3.000 euro; un risultato simile può essere calcolato sul 2013".

Per la Corte non c'è motivo per dubitare che il legislatore italiano abbia "perseguito una causa di pubblica utilità". E in merito all’impatto che la misura avrebbe avuto e avrebbe continuato ad avere dal 2014, attraverso il trascinamento, i giudici di Strasburgo non condividono l’opinione dei ricorrenti che i loro diritti alla pensione, una volta acquisiti, non possano mai essere cambiati per gli anni successivi, in quanto "ridurre o modificare l’importo delle prestazioni fornite nell’ambito di un regime di sicurezza sociale rientra nel potere legislativo degli Stati".

La Corte scrive che "il legislatore ha dovuto intervenire in un contesto economico difficile" e "il decreto legge contestato mirava a realizzare un’operazione di ridistribuzione a favore delle pensioni di basso livello, preservando al contempo la redditività del sistema di sicurezza sociale per le generazioni future".

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