Cronache

Perché serve la pensione integrativa

Quintavalle (Zurich): «Aderire presto è fondamentale per garantirsi una vecchiaia di tranquillità»

Perché serve la pensione integrativa

La pensione integrativa e la necessità di accantonare somme a scopi previdenziali sono temi spesso dibattuti sui principali media, eppure sono ancora molti gli italiani che non hanno pianificato il proprio futuro. Certo gli elementi che compongono la «fotografia» dello stato della previdenza integrativa in Italia sono molti, a volte anche fortemente contrastanti e non è facile avere una piena consapevolezza, ma dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che se non si inizia ad accantonare da subito una somma per la propria pensione, si corre il rischio di vivere una vecchiaia di stenti.

Per fare chiarezza su quali azioni intraprendere da subito per garantirsi un «cuscinetto salvareddito», è spesso necessario farsi aiutare da professionisti che sanno come far tornare i conti tra i rischi sempre più elevati legati a un'aspettativa di vita che continua ad aumentare e il contributo pensionistico statale che, giocoforza, spinge in tutt'altra direzione.

«Alcuni dati recenti dimostrano che l'incertezza su quando si andrà in pensione è molto alta. Ma ancora più forte (per quasi il 46% degli italiani) è la paura di trovarsi a vivere una vecchiaia in ristrettezze economiche», evidenzia Domenico Quintavalle, direttore commerciale Rete Agenti per Zurich in Italia. «Eppure, a fronte di tali timori, si fa ancora poco». Secondo il manager sono ancora molti quelli che ritengono di poter rimandare tale scelta, sottovalutando il fattore tempo.

«Per integrare il proprio reddito e compensare il gap tra l'ultimo stipendio e la pensione percepita, gli italiani dichiarano che attingeranno principalmente a risparmi accumulati e ai patrimoni immobiliari e solo in seconda battuta a strumenti di previdenza complementare». Eppure sono proprio questi gli strumenti che, più di altri, hanno saputo offrire risposte concrete e rendimenti interessanti. Così come non si è ancora sviluppata la piena consapevolezza che strumenti che offrono rendite vitalizie possano rappresentare una scelta adeguata per compensare una pensione piuttosto magra. Lo dimostra il fatto che la percentuale di quanti optano per questo tipo di soluzione è ancora piuttosto bassa. Viene, quindi, ampiamente sottovalutato un altro rischio ormai sotto gli occhi di tutti, legato all'allungamento della vita, ovvero il rischio di poter sopravvivere al proprio reddito.

Sembra allora evidente che sia necessaria una maggiore consapevolezza. «Ed è proprio qui che gli agenti di assicurazione rivestono un ruolo centrale. Sono tradizionalmente loro a supportare le famiglie e gli individui proteggendo quello che hanno di più caro. E cosa c'è di più importante del futuro? I lavoratori autonomi, già abituati a farsi supportare da professionisti qualificati per pianificare il proprio futuro, sanno da tempo che se non provvederanno per tempo si troveranno senza risorse sufficienti una volta conclusa la fase lavorativa. Ma la necessità di integrare la pensione è ormai una necessità comune a tutti. E con un welfare che da solo non è più sufficiente, tutti quanti hanno bisogno di una consulenza e di un aiuto per costruire il proprio futuro.

Quali sono allora i principali freni a un'adeguata pianificazione finanziaria e assicurativa che in Italia sembra procedere a rilento? «Secondo una ricerca del Censis di un paio di anni fa, a frenare l'adesione alla previdenza complementare sono principalmente tre fattori: la mancanza di somme da accantonare, la poca fiducia nei confronti della previdenza complementare e l'idea che sia ancora prematuro pensarci. In realtà, bastano somme anche minime ma investite per lungo tempo a dare risultati significativi, come dimostrano tutte le ricerche legate al tema della previdenza. E in quanto alla poca fiducia, si tratta di nuovo di mancata consapevolezza: i risultati offerti dai fondi pensioni sono mediamente piuttosto buoni, e di certo in grado di aiutare a compensare il gap con la pensione pubblica. Sul fattore tempo, poi, è ormai dimostrato da più parti che l'unico modo per assicurarsi una pensione adeguata è partire con largo anticipo.

Solo avendo davanti molti anni di possibile contribuzione è possibile destinare al proprio futuro anche somme nel complesso contenute».

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