Cronache

Pescara, donna trovata morta nel sottopasso: "Stuprata e uccisa da due romeni"

Anna Martello è stata trovata senza vita a Pescara nella notte fra il 30 e il 31 agosto 2017: oggi, dopo un anno di indagini, è emersa la verità

Pescara, donna trovata morta nel sottopasso: "Stuprata e uccisa da due romeni"

Anna Martello, la donna trovata morta in un tunnel di Pescara nella notte fra il 30 e il 31 agosto 2017, non si suicidò e non morì neanche per cause naturali. Dopo un anno di indagini ecco la tremenda verità: la donna sarebbe stata violentata e poi uccisa da due uomini che le avrebbero somministrato un cocktail letale di farmaci e alcol, lasciandola dunque morire senza prestarle alcun soccorso.

Per la sua morte sono infatti indagati due uomini romeni e su di loro pesano gravi accuse: omicidio volontario, violenza sessuale e abbandono di persona interdetta. Già, perché Anna era incapace di intendere e di volere e sua sorella, che le faceva da tutor legale, oggi si sfoga così a Il Messaggero: "Il 30 agosto mia sorella era stata in ospedale e visitata da una dottoressa. Lei era conosciuta perché in cura per problemi psichiatrici, ma nessuno ci ha chiamato. Poi è andata via e qualche ora dopo è stata trovata morta, irriconoscibile sotto una coperta, nel tunnel della stazione".

Poi, punta il dito contro i medici dell’ospedale: "Se l'avessero trattenuta, come avrebbero dovuto fare, o ci avessero chiamato, invece di dimetterla, oggi mia sorella probabilmente sarebbe ancora viva. Quel giorno, è andata via dall'ospedale ed è venuta o è stata portata sotto questo tunnel dove c'era degrado, sporcizia, prostituzione e tanto altro".

Ha parlato anche l’avvocato della famiglia Martello, straziata dal dolore e dalla rabbia: "Abbiamo sempre sostenuto a gran voce che non si trattava di suicidio, ma di morte violenta e omicidio. Questo perché la donna, seppur alle prese con problemi psichiatrici, non era mai giunta a commettere gesti eclatanti. Smentisco che frequentasse la zona della stazione e che assolutamente era astemia e non beveva, anche perché era sottoposta ad un trattamento farmacologico.

Tutti questi elementi ci portavano a ritenere, e oggi abbiamo avuto conferma, che non poteva trattarsi di suicidio".

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