Cronache

Petrone: «La nostra si chiama “Blu box” L'impatto è più sereno»

Acquisizioni in Inghiltera e in Spagna, due impianti produttivi a Venaria, alle porte di Torino, tre sedi telematiche (Torino, Roma e Busto Arsizio), due call center (Roma e Torino), oltre 350 dipendenti. Un cammino ricco di acquisizioni di società del settore quello di Viasat - leader europeo e tra i dieci maggiori gruppi al mondo, nel settore delle «scatole nere» per auto - non ultima quella del 70%, nella britannica Enigma Telematics. Un passaggio importante per questa azienda tutta italiana che punta a essere un aggregatore di medie aziende del settore sparse per l'Europa.

La base clienti del gruppo continua a crescere velocemente e ora si estende oltre le 500mila unità nel Continente e in 20 Paesi in via di sviluppo. L'export supera il 20% della produzione. «La nostra “scatola blu” - spiega il fondatore e presidente di Viasat, Domenico Petrone - l'abbiamo voluta chiamare così, per dare un'idea di spensieratezza e di sicurezza in contrapposizione alle associazioni negative che quella “nera”, sempre nominata quando ci sono disastri aerei, suscita nell'immaginario collettivo. Puntiamo a renderla uno strumento associato alla positività e di fatto lo è.

Grazie ai nostri prodotti c'è stata una riduzione del 25% della frequenza dei sinistri; un tasso di ritrovamento dei veicoli rubati dell'82% contro una media nazionale del 41%; un abbattimento del 50% dei tempi di intervento dei soccorsi in caso di incidente».

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