Malagiustizia

Più di un anno per sfrattare una persona ai domiciliari. E ho perso più di 10mila euro

Un anno e mezzo per sfrattare la persona a cui avevo affittato casa. Mai avrei potuto immaginare che il suo compagno avrebbe scelto il mio appartamento per scontare gli arresti domiciliari

Più di un anno per sfrattare una persona ai domiciliari. E ho perso più di 10mila euro

"Abbiamo sfatato un falso mito, ma abbiamo dovuto penare...". Alberto Spedale, il giovane avvocato palermitano dello studio legale Spedale che ha curato il mio caso, me lo ripete sempre. E ha ragione. Perché sfrattare una persona posta agli arresti domiciliari nell'appartamento di tua proprietà non è una cosa semplice. Anzi, quasi impossibile. Si ritiene che la tutela del detenuto sia prevalente alla tutela del diritto di proprietà. Alla fine ho vinto, ma ho anche perso. C'è voluto un anno e mezzo per sfrattare la persona a cui avevo affittato casa. Mai avrei potuto immaginare che il suo compagno avrebbe scelto il mio appartamento per scontare gli arresti domiciliari. Eppure è successo. E così, da quel momento non ho più ricevuto il canone mensile. Ho perso perché nessuno mi ha restituito le circa 10mila euro di morosità del conduttore. Nessuno mi ha risarcito le spese legali per questa lunga e complicata battaglia legale. Dal giorno della notifica dello sfratto a quello dell'effettiva riconsegna dell'immobile sono passati circa sedici mesi. In questo interlasso di tempo c'è stata la convalida dello sfratto (che poi è diventato esecutivo); la notifica al detenuto, l'atto di precetto, l'atto di avviso e una decina di "accessi" con l'ufficiale giudiziario e il mio avvocato. Ogni volta la solfa si ripeteva: "Non possiamo fare nulla perché c'è una persona posta agli arresti domiciliari". Se non fosse stato per la tenacia (e l'amicizia che ci lega) del mio avvocato, probabilmente avrei mollato il colpo. Cause di questo tipo più sono lunghe e più costano e ormai la giustizia sembra diventata esclusivamente appannaggio delle persone benestanti. Poi è arrivata la svolta. Siamo passati in sede penale e ci siamo rivolti ai giudici, i quali hanno disposto che la persona in questione comunicasse - entro 30 giorni - un nuovo domicilio in cui continuare a scontare gli arresti domiciliari, pena la rivalutazione della sua condizione cautelare. Abbiamo vinto! Certo, ma alla fine io ho perso più di 10mila euro.

Ma almeno il mio appartamento adesso è libero.

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