Cronache

Il piano del governo: alzare il bonus da 80 e 100 euro

Un'altra mossa elettorale per illudere ancora una volta chi vota. Il governo, e soprattutto i premier, si stanno specializzando in annunci e promesse last minute in vista degli appuntamenti elettorali

Il piano del governo: alzare il bonus da 80 e 100 euro

Un'altra mossa elettorale per illudere ancora una volta chi vota. Il governo, e soprattutto i premier, si stanno specializzando in annunci e promesse last minute in vista degli appuntamenti elettorali. Questa volta l'obiettivo sono le amministrative di giugno. Il Pd annaspa con i suoi candidati e così ecco che arriva un'altra voce da palazzo Chigi che annuncia un ritocco al bonus da 80 euro per portarlo a 100 euro. Il progetto, come riporta il Messaggero, è sul tavolo del premier. Di fatto l'annuncio arriverebbe prima dell'estate, per poi dare il via al piano dopo la pausa delle ferie.

La mossa del governo non riguarderebbe solo i lavoratori dipendenti, ma anche i pensionati e soprattutto colore che percepiscono le pensioni minime inferiori a 500 euro. Anche su queste arriverebbe il bonus da 100 euro. Una mossa chiaramente elettorale che tende ad abbracciare il favore di chi lavora e di chi è in pensione. Una larga platea di consenso in vista delle amministrative. Ma sulle coperture come sempre non ci sono risorse sufficienti. L'aumento del bonus costerebbe 2,4 miliardi di euro. Ai quali andrebbero aggiunti altri 2 miliardi per i pensionati. Costo totale dell'operazione 4,4 miliardi di euro. E a pagare questa mancia elettorale potrebbero essere le imprese che da tempo chiedono la riduzione della pressione fiscale. Il governo potrebbe ottenere le risorse dal rinvio del taglio dell'Ires nel 2017. L'aliquota dovrebbe scendere dall'attuale 27,5 per cento al 24. A pagare la promessa elettorale dunque sarà il tessuto produttivo delle imprese.

Intanto, dopo le indiscrezioni del Messaggero, Palazzo Chigi smentisce l'ipotesi di un adeguamento del bonus: "Non c’è alcun piano di portare a 100 gli 80 euro (che restano una misura stabile del governo)".

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