Politica

Piazzano amici e riciclati: così i grillini "liberano" la Rai

Piazzano amici e riciclati: così i grillini "liberano" la Rai

Da «apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno» a poltronari che piazzano gli amici trombati nei posti pubblici, dal «fuori i partiti dalla Rai» alla lottizzazione feroce della tv pubblica, come nella più vecchia e polverosa tradizione partitica. I miracolati Cinque stelle hanno scoperto l'ebrezza del potere (e dello stipendio extralarge) e non intendono mollarlo, ma anzi goderne fino in fondo. La Rai è da sempre lo specchio più fedele del teatrino politico, spesso la lente che anticipa quel che succederà nel Palazzo, ancora più spesso l'arena dove si misurano i leader e leaderini per far vedere che ce l'hanno più lungo degli altri, decidendo direttori e sottodirettori. Esattamente questo stanno facendo i grillini, ponendo veti e chiedendo promozioni per i mezzibusti a loro graditi in Rai, con una catena di comando molto precisa: Di Maio, Spadafora, Salini. Cioè Di Maio decide, il ministro Spadafora - l'uomo del M5s che cura il dossier Rai - trasmette l'ordine a Viale Mazzini e Fabrizio Salini, l'amministratore delegato scelto appunto da Di Maio, esegue. C'è una seconda modalità, più istituzionale ma sempre grillina, e si realizza quando la volontà parte non da Luigino ma dal premier Conte. Questi la comunica a Rocco Casalino, suo portavoce, il quale forte di un rapporto diretto con l'ad Rai lo chiama per ottenere quanto richiesto, come per l'intervista-marchetta concessa a Conte, in prima serata su RaiUno qualche tempo fa, nata appunto da una telefonata Casalino-Salini, scombinando di punto in bianco i palinsesti del giorno dopo. Guai a dire di no a Rocco.

E sono proprio i capricci di potere dei Cinque stelle ad aver impantanato le nomine in Rai. Il cda di un'azienda pubblica, che introita 2 miliardi di euro di canone dagli italiani, sarà mica libero di scegliersi i direttori di tg e reti? Macché, serve l'approvazione di Luigi Di Maio. Il fatto è che il M5s non vuole in nessun modo al Tg3 Mario Orfeo, benvisto da Pd e renziani ma considerato un nemico del Movimento, quindi tutto fermo. Ma i grillini non mettono solo veti sui nomi sponsorizzati dal Pd, hanno anche i loro da far avanzare di carriera. È bastato un anno e mezzo al governo per coltivarsi il loro orto botanico di dirigenti e giornalisti Rai in quota M5s (ma ovviamente, pronti a prenderne un'altra in caso di cambio di governo). Così, nella mappa interna delle quote, sono considerati grillini i membri del cerchio magico di Salini: cioè il direttore generale Alberto Matassino, il direttore dello Staff Roberto Ferrara e il direttore Comunicazione Marcello Giannotti. Sul fronte dei giornalisti, i Cinque stelle si sono fatti sponsor di Alberto Matano, considerato amico di Spadafora, di Franco Di Mare (lo vogliono al Tg3) e di Francesco Giorgino (per lui avrebbero deciso la direzione Approfondimenti).

Via gli altri partiti dalla Rai, c'è da promuovere quelli che piacciono a Di Maio.

Commenti