Cronache

Un piede nella Storia e uno nel futuro

Un piede nella Storia e uno nel futuro

Cinque scudetti consecutivi. Cinque. Cinque campionati dominati. Cinque. Cinque trionfi assoluti. Cinque. Ripetere serve per rafforzare qualcosa che è fuori dal comune. Perché cinque campionati vinti di seguito non sono soltanto il record della storia della Serie A, condiviso con il Grande Torino.

La rimonta che ha permesso la vittoria alla Juventus è stata impressionante, ma è l'accessorio che s'aggiunge alla sostanza. E la sostanza è quel numero: 5. Perché le statistiche parlano spesso più di ogni altra cosa e adesso raccontano che negli ultimi trent'anni non è successo in alcuno tra i tornei più importanti del mondo che una squadra abbia vinto cinque campionati consecutivi: bisogna tornare indietro agli anni Ottanta per trovare il Real Madrid di Butragueno e Hierro (sempre campione di Spagna tra il 1985 e il 1990). Nessuna tra le più grandi squadre d'oggi è riuscita a fare quello che ha fatto la Juventus tra il 2011 e il 2016. Anche a voler sminuire il valore della Serie A di questi ultimi anni, sarebbe intellettualmente disonesto non riconoscere che questa squadra sta entrando nella storia del calcio europeo. Il calcio moderno esclude supremazie del genere: il Bayern Monaco, che gioca in un campionato dove le squadre competitive sono meno di quelle italiane, quest'anno ha vinto il suo quarto titolo consecutivo. Lo stesso vale per il Paris Saint Germain, che in Francia il campionato lo vince già prima di cominciarlo.

La rimonta è lo strumento della supremazia: 24 partite vinte nelle ultime 25, ovvero 73 punti sui 75 a disposizione. In 25 giornate recuperati 21 punti al Napoli e 25 alla Roma, che all'epoca era prima in classifica. È come quei film in cui si comincia che tutto è perduto e poi si risale, si risale, si risale. Questo campionato verrà ricordato come quello in cui la Juventus fece l'impresa di passare da undicesima a prima. È la bella storia che trasforma un risultato straordinario in epica. Aiuta a rendere sexy la ciccia vera: l'organizzazione con cui il club ha costruito il successo sportivo. Dieci anni fa, la Juventus era in Serie B. È passata per un terzo, un secondo, due settimi posti, dal 2007 al 2010 non ha mai superato le semifinali di coppa Italia. Ha lavorato come un'azienda, collegando direttamente i risultati economici a quelli sportivi e viceversa. I calciatori sono oggi, come nei quattro anni passati, l'espressione evidente di ciò che significa un club moderno. Business e spettacolo. Perché non c'è altra strada: valorizzare tutto il possibile, monetizzare tutto il possibile per ottenere risultati in campo e, quindi, ancora valorizzarli. Un circolo che se non si interrompe può proseguire come una giostra divertente. La mentalità Juve è qualcosa di sfuggente a chi juventino non è. Vista da fuori è la consapevolezza che tutti siano importanti in un progetto e che, al tempo stesso, a tutti si possa rinunciare. È il valore del club che supera il valore dei calciatori che lo compongono, il che trasforma appunto una squadra in un club. Con buona pace dei fan del calcio come gioco e basta, la strada per vincere è questa. E vincere è l'unica cosa che fa divertire.

Che poi è l'unica cosa che fa essere il calcio un gioco.

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