Cronache

La politica del poco ci compra col canone Rai

La politica del poco ci compra col canone Rai

Il premier Gentiloni ha annunciato ieri che ha allargato la platea dell'esenzione dal canone Rai: resta fissa l'età degli aventi diritto, 75 anni, ma si alza il reddito minimo annuo, da 6.713 a 8.000 euro. A dieci giorni dal voto, l'annuncio sa molto di spot elettorale, per di più sulla pelle di anziani indigenti. Perché, se vogliamo, la notizia è che con il governo della sinistra continueranno a pagare il canone Rai pensionati a poco più del minimo, con cioè un reddito mensile di 650 euro e per il quale il balzello televisivo imposto in bolletta vale più del dieci per cento dei loro introiti.

Uno può obiettare: meglio poco che niente. Certo, questo provvedimento viene incontro in qualche modo ad alcune decine di migliaia di cittadini che non saranno sicuramente offesi per l'inaspettata sorpresa. Ma per quanto ancora ci dovremmo rassegnare alla «politica del poco» che ha caratterizzato, per mano della sinistra, la sciagurata legislatura che sta per chiudersi? Pochi sgravi fiscali, poche esenzioni e poche pensioni, oltre a poche espulsioni di clandestini, hanno portato ovviamente a poca crescita, poco benessere e tanta disoccupazione, come dimostrano i dati economici che vedono l'Italia fanalino di coda dell'Europa nella ripresa, che pure altrove c'è eccome.

In ogni dove e in ogni comparsata televisiva, Matteo Renzi si vanta di questo «poco» (ripete come un mantra: «Certo, si poteva fare di più») e il suo successore Paolo Gentiloni si impegna, con un certo vanto, a proseguire su quella strada. La sinistra, dai famigerati ottanta euro in poi, è diventata il «partito del poco» e forse non a caso a giorni incasserà anche pochi voti.

Io mi auguro che le imminenti elezioni siano l'occasione per riscoprire la «sfida del tanto» perché non si può continuare a curare un malato grave con l'Aspirina. Vogliamo tanto taglio delle tasse (la flat tax, per esempio, va in questa direzione), tanti investimenti in opere pubbliche, tanto aiuto a chi non ce la fa e tante espulsioni di stranieri non aventi diritto. Di recente Paolo Gentiloni ha detto, affrontando questi temi, che non è tempo di cicale. Siamo d'accordo, no a sprechi e bagordi. Però non vogliamo passare il resto della nostra vita a vivere da formiche che, per quanto sagge siano, prima o poi finiscono schiacciate, vittime della loro lentezza e fragilità.

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